Laura Frosecchi, il nipote Mattia Scutti: «Mi dava dell'ubriacone e del drogato»
Gli sms su Whatsapp e il movente: «Per questo le ho sparato»
Il drammatico omicidio di Laura Frosecchi ha sconvolto la comunità di Chiesanuova, Firenze. Il suo nipote, Mattia Scutti, ha ammesso di averle sparato, motivando il gesto con anni di presunte offese e umiliazioni.
La vicenda, densa di dettagli inquietanti, si sviluppa attorno a tensioni familiari, malesseri psicologici e una tragica esplosione di violenza.
La confessione e il movente
Dopo l'omicidio della zia Laura Frosecchi, Mattia Scutti ha subito contattato i carabinieri, confessando apertamente il delitto. «Ho sparato a mia zia uccidendola», ha dichiarato al telefono con la caserma di San Casciano. Da quel momento è iniziata una lunga conversazione via WhatsApp tra Scutti e il luogotenente dei carabinieri, Maurizio Neri. L'obiettivo delle forze dell'ordine era duplice: localizzare il giovane e persuaderlo dal compiere gesti autolesionistici.
Il giovane ha motivato il suo gesto spiegando di essersi sentito bullizzato dalla zia per anni. «Mi dava del drogato, dell’ubriacone... mi ha offeso in ogni maniera», ha dichiarato Scutti, rivelando che le continue umiliazioni subite da parte della zia erano diventate insopportabili. Secondo il racconto del giovane, persino un episodio apparentemente innocuo, come un commento dopo aver ricevuto del cibo dal nonno, aveva scatenato in lui una reazione rabbiosa: «L'altro ieri il mio nonno mi ha dato la schiacciata, alla zia ho detto buona, e lei da dietro: ‘Eccoci sentiamo questo grullo cosa ha da dire ora’. Per questo ho sparato».
I dettagli dell'omicidio
Mattia Scutti, 22 anni, ha lasciato la sua abitazione armato di una pistola semiautomatica ungherese, una "Fegyvergyar Budapest" calibro 8, risalente ai primi del '900, che gli era stata regalata da un anziano del paese. Le telecamere di sicurezza di una banca vicina hanno registrato i suoi movimenti: il giovane è stato ripreso mentre camminava con la pistola in mano, pochi istanti prima di compiere l'omicidio.
Nel forno di proprietà della zia Laura sono stati trovati quattro bossoli espulsi dall'arma, ma sarà l'autopsia a determinare esattamente quanti colpi abbiano causato la morte della donna. Mattia ha sorpreso la zia al buio, colpendola a morte prima di nascondersi nel giardino dietro casa, dove è stato rintracciato e, dopo lunghe trattative, ha consegnato l’arma e si è arreso ai carabinieri.
La dinamica familiare e il profilo psicologico di Scutti
Le tensioni familiari sembrano aver giocato un ruolo centrale nella tragedia. Scutti ha riferito di essere stato costantemente offeso e deriso dalla zia, situazione che avrebbe contribuito a innescare il suo comportamento violento. Durante la conversazione con i carabinieri, ha espresso il desiderio di «stare a casa con la mamma», sottolineando il legame emotivo con la famiglia e il suo stato di fragilità.
Un elemento chiave nelle indagini è il profilo psicologico del giovane. In passato, Scutti era stato sottoposto a una perizia psichiatrica che aveva evidenziato un «disturbo della personalità esplosivo con discontrollo degli impulsi». La diagnosi indicava una «impulsività ed esplosività del comportamento in condizioni di stress», pur non considerandolo socialmente pericoloso. Questi elementi saranno ora al centro della strategia difensiva, che punta a ottenere una nuova perizia psichiatrica per valutare le condizioni mentali del giovane al momento dell’omicidio.
La passione per le armi
Un altro aspetto inquietante emerso dalle indagini è la passione di Mattia Scutti per le armi. Oltre alla pistola utilizzata per il delitto, nella sua abitazione sono state trovate altre armi, tra cui un mitragliatore americano della Seconda Guerra Mondiale. Questo interesse per le armi, unito al suo profilo psicologico instabile, rappresenta un ulteriore fattore di preoccupazione per gli investigatori.
Le reazioni della famiglia e l'indagine in corso
Il marito di Laura Frosecchi, Stefano Bettoni, e i due figli, Cristian e Gabriel, hanno incaricato un consulente legale per seguire da vicino l'indagine. La dottoressa Martina Focardi, nominata dalla famiglia, sarà chiamata a fare luce su tutti i dettagli legati alla dinamica dell'omicidio e alle condizioni in cui si trovava Scutti.
Mentre le autorità continuano a indagare sul movente e sulle circostanze del delitto, resta il dolore di una famiglia distrutta e di una comunità scioccata da un crimine tanto brutale quanto inspiegabile. Il caso di Mattia Scutti solleva interrogativi profondi sulle dinamiche familiari e sui meccanismi che possono portare a gesti estremi di violenza.