Corteo studenti, tensioni a Torino: 15 poliziotti al pronto soccorso
Bruciato fantoccio di Valditara, scontri anche a Roma e Bologna
Le piazze italiane si sono animate di manifestazioni studentesche contro le politiche scolastiche del governo Meloni, culminate in tensioni con le forze dell'ordine a Torino, Roma e Bologna. Le proteste, organizzate in occasione del "No Meloni Day", hanno attirato migliaia di giovani che hanno espresso il loro dissenso nei confronti delle recenti decisioni politiche in tema di istruzione e diritti studenteschi.
Studenti in piazza: richieste ignorate dal ministero
Gli studenti denunciano un disinteresse da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, ha dichiarato:
"Il ministro Giuseppe Valditara continua a ignorare le nostre richieste. Da anni chiediamo tavoli di confronto permanenti, ma ci viene costantemente negato un dialogo costruttivo."
Gli studenti hanno protestato contro politiche considerate "scellerate", chiedendo maggiore ascolto e investimenti nell'istruzione. A Roma, un corteo diretto al ministero ha simbolicamente definito l'istituzione come "Ministero della Guerra", dipingendo impronte di vernice rossa per rappresentare le politiche giudicate oppressive e discriminatorie.
Tensioni a Torino: poliziotti feriti e azioni simboliche
A Torino, la situazione è degenerata in violenze. Un ordigno artigianale ha ferito 15 agenti di polizia, costringendoli a ricorrere al pronto soccorso. Davanti alla Prefettura, si sono registrate tensioni significative, con lanci di oggetti e atti di vandalismo. Tra gli episodi più emblematici, il fantoccio raffigurante il ministro Valditara è stato dato alle fiamme, un gesto simbolico che ha acceso ulteriormente il dibattito.
Gli studenti hanno anche colpito mezzi della polizia e sfilato con bandiere palestinesi per esprimere solidarietà alla causa palestinese, collegandola alle loro proteste contro il governo.
Proteste a Bologna e Milano: gesti forti e dissenso globale
A Bologna, il corteo ha visto studenti bruciare il testo della legge scolastica proposta dal ministro Valditara. Alcune ragazze hanno emulato le proteste delle donne iraniane, spogliandosi in segno di sfida contro la società patriarcale. Un messaggio chiaro contro il patriarcato e a favore della libertà di espressione.
A Milano, invece, manifestanti hanno lanciato palloncini di vernice rossa contro un supermercato, accusandolo di sostenere Israele, e hanno imbrattato cartelloni con le immagini dei rappresentanti del governo, accusati di complicità nel "genocidio palestinese".
Reazioni politiche e tensioni sociali
La premier Giorgia Meloni ha condannato con fermezza gli atti di violenza, dichiarando:
"Queste azioni sono inaccettabili. La mia solidarietà va agli agenti feriti."
Anche il ministro Valditara ha criticato duramente i manifestanti, definendoli "replicanti degli estremisti degli anni '70". Tuttavia, la critica studentesca nei suoi confronti è rimasta intensa, accusandolo di voler subordinare la scuola agli interessi delle imprese e di ignorare le esigenze reali dei giovani.
Un futuro incerto per la scuola italiana
Le proteste, che hanno coinvolto oltre 35 città italiane, mettono in luce una crescente spaccatura tra studenti e governo. I giovani chiedono investimenti concreti nell’istruzione, politiche di inclusione e maggiore autonomia scolastica, denunciando tagli al sistema educativo e una visione ritenuta obsoleta e repressiva.
Le manifestazioni sono destinate a proseguire, con i leader studenteschi decisi a non fermarsi finché le loro istanze non saranno ascoltate.