Parlamento
Parlamento, premieranno la madre di tutte le riforme

La riforma costituzionale proposta dal governo di Giorgia Meloni segna un cambiamento epocale per il sistema politico italiano

Dalla ridefinizione dei poteri del Presidente del Consiglio a quelli del Presidente della Repubblica, la riforma introduce numerosi cambiamenti che promettono di ridisegnare l'assetto istituzionale del paese. 

Addio ai Senatori a Vita

Uno dei cambiamenti più significativi riguarda l'abolizione del potere del Presidente della Repubblica di nominare cinque senatori a vita. Questo potere viene completamente eliminato, anche se i senatori a vita attualmente in carica mantengono il loro ruolo. Tuttavia, resta invariato l'articolo che prevede che i presidenti della Repubblica, al termine del loro mandato, diventino automaticamente senatori a vita.

Elezione del Presidente della Repubblica

La riforma modifica il processo di elezione del Presidente della Repubblica. Attualmente, è richiesto un quorum dei due terzi dei grandi elettori solo nei primi tre scrutini. Con la nuova riforma, tale quorum sarà necessario nei primi sei scrutini, estendendo così la necessità di un consenso più ampio nelle fasi iniziali dell'elezione.

Fine del Semestre Bianco

Un'altra novità significativa è l'eliminazione del cosiddetto "semestre bianco". In caso di sfiducia motivata o dimissioni del Presidente del Consiglio, sarà possibile sciogliere le Camere anche durante questo periodo, che tradizionalmente era considerato un periodo di immunità durante gli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica.

Abolizione della Controfirma

La riforma prevede anche l'abolizione della controfirma del governo in una serie di atti del Presidente della Repubblica. Tra questi atti vi sono la nomina del Presidente del Consiglio, la nomina dei giudici della Corte Costituzionale, la concessione della grazia, la commutazione delle pene, il decreto di indizione delle elezioni e dei referendum, i messaggi al Parlamento e il rinvio delle leggi alle Camere.

Nomina e Revoca dei Ministri

Secondo la nuova riforma, il Presidente della Repubblica conferirà l'incarico di formare il governo al Presidente del Consiglio eletto, che avrà anche il potere di nominare e revocare i ministri su proposta del Presidente del Consiglio stesso. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto all'attuale costituzione, che non conferisce al Presidente del Consiglio il potere di revoca dei ministri.

Elezione Diretta del Premier

La riforma prevede che il Presidente del Consiglio sia eletto a suffragio universale e diretto per un mandato di cinque anni. Le elezioni delle Camere e del Presidente del Consiglio si svolgeranno contemporaneamente, garantendo così una maggiore coerenza tra il potere esecutivo e quello legislativo.

Stop ai Premier Tecnici

Con la nuova riforma, il premier dovrà essere eletto nella Camera in cui si è candidato, escludendo così la possibilità che il Presidente del Consiglio possa essere una figura tecnica non eletta.

Fiducia Parlamentare

Dopo la formazione del governo, il Presidente del Consiglio dovrà ottenere la fiducia dalle Camere entro dieci giorni. Se la mozione di fiducia non viene approvata, il Presidente della Repubblica rinnoverà l'incarico al Presidente del Consiglio eletto, che potrà tentare nuovamente con un'altra squadra di ministri o cercare una nuova maggioranza.

Dimissioni del Premier e Crisi di Governo

In caso di dimissioni, il premier avrà sette giorni per chiedere lo scioglimento delle Camere al Quirinale, che potrà disporlo. Se il premier dimissionario non chiede lo scioglimento delle Camere, il Presidente della Repubblica conferirà l'incarico di formare il governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un parlamentare eletto in collegamento con il premier, ma solo una volta per legislatura.

Sfiducia al Premier

Se il governo viene sfiduciato mediante mozione motivata durante la legislatura, il Presidente della Repubblica procederà allo scioglimento delle Camere, segnando un altro punto cruciale della riforma.

Limite a Due Mandati

Il nuovo sistema limita la possibilità di essere eletti premier a non più di due legislature consecutive, elevabili a tre qualora il mandato precedente sia durato meno di sette anni e sei mesi.

Sistema Elettorale

Infine, la riforma delega a una legge ordinaria la definizione del sistema elettorale per le Camere e per il Presidente del Consiglio, con l'obiettivo di garantire una maggioranza stabile nel rispetto del principio di rappresentatività.

Questa riforma rappresenta un cambiamento profondo e complesso, destinato a ridisegnare l'architettura costituzionale italiana. Il dibattito su questi temi è destinato a essere vivace e articolato nei prossimi mesi.

L'Oroscopo di oggi di Paolo Fox: Gemelli innovativo
Maturità 2024, le tracce della prima prova. Da Matteotti a Oppenheimer: il toto-tema