MESSINA. «La signora Viviana, mamma premurosa, aveva purtroppo dei problemi di salute: è stata a lungo in cura nelle strutture pubbliche e prendeva psicofarmaci. Il Covid ha riacutizzato i problemi e quindi è chiaro che l’ipotesi del suicidio è possibile».
Prima ancora che i medici legali dicano qualcosa circa l’autopsia sul corpo di Viviana Parisi, scende in campo l’avvocato Pietro Venuti che con Claudio Mondello assiste la famiglia del marito, Davide Mondello. E mette in chiaro quello che fino a ieri era un pensiero inaccettabile per i familiari: «L’omicidio-suicidio è fra gli scenari, anche se naturalmente si spera sempre di ritrovare il bambino in vita».
Parla di Gioele, 4 anni, scomparso con Viviana il 3 agosto e ancora introvabile. Affiora l’angoscia che lei possa averlo ucciso per poi farla finita. «Profondo dolore — aggiunge il legale — la famiglia è sconvolta e combattuta, s’interroga e nutre ancora speranze di rivedere il bambino».
Vicino al legale c’è il nonno paterno di Gioele, Letterio Mondello. «Viviana è stata con noi tre mesi durante il Covid — spiega —. Era molto turbata e l’hanno anche ricoverata. Ma era dolcissima e brava e non abbandonava mai il figlio. Non lo dava a nessuno, nemmeno a mia moglie».
L’idea che si è fatto su questa vicenda è quella di una Viviana sconvolta dai suoi fantasmi, da una malattia oscura che le turbava la mente da qualche anno. Il bambino potrebbe essere stato vittima di un momento di smarrimento, di follia, nonostante il grande amore. È questa la grande paura. «Se spero di rivedere il piccolo vivo? No, io penso di no dopo tanti giorni...», si lascia andare alla fine il nonno.
Ora si cerca il piccolo Gioele nella zona di Sant’Agata, dove la mamma uscì dall'autostrada
Ma c’è l’inchiesta penale che al di là delle sensazioni deve produrre prove e al momento prove non ce ne sono. Lo testimoniano le parole del procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che dopo aver aperto formalmente un fascicolo per omicidio e sequestro di persona senza tuttavia escludere il suicidio e l’incidente, ha rilanciato il suo appello: «Chi ha soccorso Viviana Parisi dopo l’incidente ha compiuto un’opera meritoria, mi sembra strano che non si siano fatti vivi.
Vengano a raccontarci quello che hanno visto». Due persone, probabilmente padre e figlio, avrebbero visto la donna scavalcare il guard rail dell’autostrada con il bambino in braccio. Si erano fermati in una piazzola vicina al luogo dell’incidente provocato da Viviana sotto una galleria della Messina-Palermo, a un centinaio di chilometri da casa. L’hanno detto ai pochi presenti e poi se ne sono andati, senza più farsi sentire.
Cinque giorni dopo, nella boscaglia vicino alla galleria, è stato trovato il corpo sfigurato e irriconoscibile di Viviana. Sul quale ieri hanno a lungo lavorato i consulenti nominati dalla Procura, i medici legali Elvira Ventura e Daniela Sapienza, e l’entomologo Stefano Vanin, docente di Zoologia all’università di Genova, già consulente per vari gialli italiani, Yara Gambirasio, Melania Rea, Elisa Claps.
«Emerse lesioni»
Vanin partirà dalla vita degli insetti presenti nel luogo di ritrovamento del corpo, dove ieri ha raccolto terriccio, per stabilire la data presunta della morte: «La colonizzazione ci può raccontare il tempo trascorso». Con loro c’era il medico legale Giuseppina Certo voluto dalla famiglia Mondello. Il terzetto avrà due mesi di tempo per rispondere alle domande di rito: quando e come è morta Viviana? «Non si può dire nulla — ha spiegato Ventura al termine dell’autopsia —.
Sono emerse lesioni, anche fratture, che devono essere studiate nell’insieme per capire se sono pre o post mortem». Tutto sospeso, dunque, in attesa delle indagini tossicologiche, istologiche e genetiche. Chiuso nel suo dolore, Daniele, il marito. «Che non è indagato e non era in casa quando Viviana è partita con suo figlio», hanno precisato i legali. Sta malissimo, dicono, potrebbe aver perso insieme la moglie e il figlio che amava, tutto il suo mondo. Fonte: Corriere
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