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L'uomo non ce l'ha fatta

È deceduto nelle scorse ore Andrea Rocco, il 45enne di Sessa Aurunca che il 26 ottobre scorso si era cosparso di benzina e si era dato fuoco sul lungomare di Mondragone. Dopo due mesi di lotta contro le gravi ustioni, l'uomo non ce l'ha fatta, spirando nel reparto grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stato trasferito d'urgenza. Un gesto drammatico, la cui motivazione rimane ancora sconosciuta, che ha scosso l'intera comunità.

Il tragico evento a Mondragone

Il 26 ottobre, Andrea Rocco ha compiuto un atto disperato e drammatico sul lungomare di Mondragone. L'uomo si è cosparso di benzina e si è dato fuoco, un gesto che ha attirato l'attenzione di alcuni passanti che hanno prontamente cercato di intervenire. Nonostante l'intenso dolore e le gravi ustioni riportate, Rocco ha cercato di salvarsi gettandosi in mare, nel tentativo disperato di spegnere le fiamme che lo avvolgevano. Purtroppo, le sue ferite erano troppo gravi.

I soccorsi e il ricovero in ospedale

Immediatamente dopo l'incidente, Andrea Rocco è stato trasportato d'urgenza all'ospedale San Rocco di Sessa Aurunca e, successivamente, trasferito al reparto grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli. Nonostante le cure intensive e gli sforzi del personale medico, le condizioni dell'uomo sono rimaste critiche, con il suo corpo che ha subito danni irreversibili a causa delle ustioni.

La triste conclusione

Purtroppo, dopo due mesi di lotta, Andrea Rocco non è riuscito a superare le sue ferite e nella notte tra il 6 e il 7 gennaio è deceduto. La comunità di Sessa Aurunca e Mondragone è scossa dalla tragedia, ma rimane anche il grande dolore per un gesto che resta incomprensibile. Al momento, non ci sono informazioni che possano spiegare la causa del suo gesto estremo, lasciando un vuoto di domande senza risposta.

Un dramma che solleva riflessioni sulla salute mentale

Il tragico gesto di Andrea Rocco mette in evidenza la necessità di una maggiore attenzione alla salute mentale e al supporto psicologico, specialmente per coloro che affrontano situazioni di grave disagio. È fondamentale che venga incoraggiato un dialogo aperto sulla salute mentale, per evitare che altre persone si trovino a compiere atti così estremi. Le comunità, le famiglie e le istituzioni devono lavorare insieme per creare reti di supporto efficaci, in grado di intervenire prima che si raggiunga il punto di non ritorno.

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