Camilla, un volo di cento metri e la fine, una fine terribile. È finita nel peggiore dei modi. L’impiegata di Cuneo (Camilla Sismondo, 26 anni), dispersa da sabato pomeriggio sulle montagne di Limone, nella zona della Rocca dell’Abisso (2.755 metri di quota), è stata trovata morta.
Il corpo
Era in un crepaccio lungo il sentiero invernale che collega Rocca dell’Abisso a Limonetto. Un volo da un crepaccio di un centinaio di metri che le ha fatto perdere la vita sul colpo, insieme al cagnolino che era con lei.
Quando è calata la nebbia, probabilmente non si sarebbe accorta che a fianco del sentiero c'era il precipizio, come riportato su La Stampa.
Camilla era scomparsa da sabato pomeriggio
Non aveva fatto ritorno nella serata di sabato alla sua autovettura, lasciata in sosta a quota 1400 metri, nei pressi del ristorante “Le Marmotte”.
A quel punto è scattato l’allarme lanciato dai carabinieri di Borgo San Dalmazzo alle 22.17 e subito sono cominciate le ricerche, coordinate dai vigili del fuoco, alle quali hanno contribuito anche il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e, ovviamente, i carabinieri stessi.
La giovane, che era figlia unica, si era laureata in Economia e Direzione delle imprese, Marketing e Strategia a Cuneo. In questo momento sono in corso le operazioni per il recupero della salma della 26enne.
Altro dramma nella giornata di ieri
Non ce l’ha fatta Mina Safine, la donna di 45 anni a cui il marito ha dato fuoco la scorsa settimana nel piccolo paesino di Urago Mella in provincia di Brescia.
Dopo giorni di agonia
E’ morta all’ospedale di Genova dove era ricoverata da domenica 20 settembre. Troppo gravi le ustioni riportate su tutto il corpo dopo che Abderrahim Senbel le ha versato addosso del liquido infiammabile prima di darle fuoco.
Una scena raccapricciante
Dinanzi alla quale si sono ritrovati i soccorritori del 118 quando sono intervenuti nell’appartamento della coppia intorno alle 22 della scorsa domenica.
L’accusa per il marito passa da tentato omicidio a omicidio
Ad allertare il personale medico è stato proprio l’uomo, di origini marocchine come la mogie ma di dieci anni più grande.
Sul posto sono accorsi anche i carabinieri che hanno immediatamente visto la bottiglia di liquido infiammabile in casa e i vigili del fuoco la cui presenza è stata necessaria per spegnere le fiamme che oltre ad avvolgere il corpo della donna avevano attecchito anche in diverse zone della casa.
Anche il 55enne marito della donna ha riportato delle lievi ustioni alle braccia ed è stato piantonato in ospedale per alcuni giorni.
L’uomo si è rifiutato di parlare con gli inquirenti
I miliari lo hanno fermato e portato in caserma per essere interrogato, ma Abderrahim Senbel si è rifiutato di rispondere, linea che ha portato avanti anche in settimana durante l’interrogatori di garanzia.
L’uomo infatti è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, accusa che ora si trasforma in omicidio. Mina Safine era stata subito soccorsa e ricoverata in gravissime condizioni al Civile con profonde ustioni in tutto il corpo, da qui la decisione di trasferirla all’ospedale di Genova per ricevere particolari cure.
Purtroppo però la 45enne dopo una settimana di agonia è morta.(Fanpage)
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