De Magistris contro i giornalisti del Il Mattino di Napoli
Intervenendo a Radio Crc, il primo cittadino ha attacco giornale e redattori per un articolo, a firma dello scrittore Antonio Menna, nel quale si criticano le sue continue apparizioni in tv. Il sindacato al fianco dei colleghi: «Evidentemente per il sindaco l'informazione libera va bene solo quando parla degli altri».
La Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania esprimono «solidarietà ai giornalisti del Mattino per le violente accuse mosse dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris». Intervenendo a Radio Crc, spiegano Fnsi e Sugc in una nota congiunta, «il sindaco ha definito Il Mattino "un giornale che rinuncia ai fatti, alle notizie, iniziando una campagna personale attraverso la tossicità" aggiungendo, parlando dei giornalisti, che "il padrone li muove come un joystick"».
Affermazioni che per il sindacato sono «gravi e inaccettabili, che offendono il lavoro di tanti colleghi che, anche in questa fase emergenziale, stanno informando i cittadini anche mettendo a rischio la propria salute. Per il sindaco evidentemente – incalzano Fnsi e Sugc – l'informazione libera va bene solo quando parla degli altri. Si riferisce, tra l'altro, a un articolo, a firma dello scrittore Antonio Menna, nel quale si criticano le sue continue apparizioni in tv. Ma De Magistris farebbe bene ad entrare nel merito delle questioni anziché sparare nel mucchio facendo dietrologia e agitando sempre lo spettro del complotto».
Il sindacato «è al fianco dei giornalisti del Mattino e li esorta ad andare avanti continuando a raccontare, come tutti gli organi di informazione, aspetti positivi e negativi della città».
Di seguito il comunicato del Comitato di redazione del Mattino di Napoli.
Il Cdr del quotidiano Il Mattino condanna con fermezza le parole del sindaco di Napoli Luigi de Magistris che, intervenendo a Radio Crc, ha definito Il Mattino «un giornale che rinuncia ai fatti, alle notizie, iniziando una campagna personale attraverso la tossicità» aggiungendo che «il padrone muove i giornalisti con il joystick».
Per il Cdr del Mattino, organismo sindacale interno che rappresenta l'intera redazione, le parole del sindaco offendono profondamente i giornalisti del quotidiano più diffuso nel Mezzogiorno che, durante l'emergenza Coronavirus, stanno lavorando con ancora maggiore passione e impegno per raccontare la verità, anche se scomoda, mettendo a rischio anche la propria incolumità per garantire ai cittadini il diritto ad essere informati.
Il Cdr chiede al sindaco di porre fine ai continui attacchi rivolti al quotidiano: i giornalisti del Mattino hanno la schiena dritta, non si lasciano intimidire e continueranno nel loro lavoro di denuncia e di racconto della realtà cittadina, spesso distante dalla narrazione che ne fa De Magistris». (Fnsi=Federazione Nazionale Stampa Italiana)
Dove tutto ha avuto inizio: L'articolo dello scrittore Antonio Menna
Mattino 5, Rainews24, Tg4, Centocittà su Radiouno, Un giorno da pecora su Radiodue, Radio24, Domenica in su Raiuno, Agorà su Raitre, Coffee break sulla 7. Non c'è zapping che tenga. Dove giri, giri col telecomando, spunta lui, in radio o sullo schermo, nell'immagine deformata dei collegamenti in webcam o per strada con tanto di mascherina, a parlare di coronavirus.
Non è un virologo, non è un epidemiologo, non è uno scienziato.
È il sindaco di Napoli, che nell'ultimo mese è stato assalito da un attacco bulimico di presenzialismo mediatico. Il tentativo, nemmeno tanto nascosto, è quello di competere disperatamente con l'altro protagonista istituzionale dell'epidemia, il governatore De Luca. Ma non c'è gara. Ko tecnico, si direbbe in un incontro di boxe.
Sembra imbattibile il re dei fratacchioni che, tra una diretta Facebook e un collegamento tv, in due mesi, fa il pieno di consensi e ha ricostruito totalmente la sua immagine pubblica: da governatore già scaricato dal suo stesso partito a cavallo così vincente che gli allibratori sospenderebbero la quota. Una corsa solitaria, nemmeno scalfita dai tentativi di ultimi colpi di De Magistris, che quasi intenerisce il cuore, come un ragazzino che alza i pugni contro un adulto. Viene di fare il tifo per lui.
PARTITA IMPARI
Ma la partita è davvero impari. Una rincorsa continua. De Luca vieta la consegna a domicilio delle pizze? De Magistris replica: «nella storia della nostra città neppure in tempi di guerra era mai capitato che i forni delle pizzerie rimanessero fermi per quasi due mesi». Ci aveva già provato ai tempi del lanciafiamme, il sindaco di Napoli. «Non serve disse -, servirebbero invece più fiamme ossidriche per realizzare posti letto».
Una carezza, altro che pugno.
Anche sulle pasticcerie, il sindaco ha tentato l'affondo: «De Luca si appassiona più di zeppole e pastiere che di posti letto». Ci ha riprovato poi su negozi per bambini e librerie («se bisogna evitare gli assembramenti non puoi autorizzare le vendite solo due giorni a settimana e in orari determinati») e su jogging e passeggiate («non si comprende il perché da soli non si possa correre e non si comprende neanche questa discriminazione messa in atto nei confronti di donne e sportivi. In questo momento di crisi, chi rappresenta le Istituzioni dovrebbe risparmiare il cattivo gusto»).
Ma ogni replica sembra più il lamento di chi è ormai fuori gioco che una vera risposta. Fino all'ultimo flebile tentativo. Parte la temutissima fase due. E De Magistris tenta il nuovo attacco. Questa volta parla di tamponi e va dritto al bersaglio, prova a dare il colpo duro, quello finale. «Avevo chiesto annuncia su Facebook - di effettuare tamponi nei confronti di tutti quelli che arriveranno nella nostra città, con qualsiasi mezzo, per raggiungere domicilio o residenza. Di fronte alla nostra richiesta, il Presidente della Regione Campania ha previsto la rilevazione della temperatura e test rapido solo per chi ha la febbre oltre 37,5, in aggiunta all'ennesima quarantena. Dopo due mesi di pandemia, con tutti i milioni di euro che hanno speso, avremmo auspicato tamponi per tutti i viaggiatori.Da chi aveva evocato la chiusura dei confini, mi sarei aspettato finalmente un'ordinanza condivisibile.
Schizofrenia istituzionale:
Prima no cibo a domicilio, poi sì ma solo alcuni orari, poi solo alcune categorie, poi no asporto, poi sì asporto. Runners sì con mascherina, poi no perché non possono correre senza mascherina, poi sì, ma solo per due ore. Decine e decine di ordinanze, diverse illogiche e prive di buon senso, talune in violazione di legge e di Costituzione. Alcune agevolatrici del contagio, non poche inutilmente vessatorie verso i cittadini. Non si può più continuare così, consentire di affidare il destino delle nostre vite a chi pensa di usare le persone come se avesse un joystick della playstation, come un mangiafuoco che si esprime, non di rado, con volgarità e sprezzo delle persone, da ultimo anche con sessismo». Risposta di De Luca? Zero.
NON È TEMPO PER SINDACI
Il governatore che ben conosce la tecnica della noncuranza come miglior disprezzo - non lo degna mai di una replica. Il che conferisce alla sfida un carattere surreale di uno che polemizza da solo. De Luca è ormai in fuga solitaria, col vocabolario paternalistico dello sceriffo: pugno di ferro, l'immancabile immagine pittoresca, recitata quasi a uso dei social. La tuta alla zuava, le ordinanze leopardiane, gli affetti sicuri.
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De Luca replica con un sorrisino e una battuta da caserma (inferiori? Dipende da cosa misuriamo) e conquista di nuovo tutti sul machismo e la risata. Non è, del resto, un tempo buono per i sindaci, che arrancano ovunque. Non si vede la Raggi a Roma, buon per lei, scomparsa dai radar. Perfino Beppe Sala a Milano, dopo lo scivolone dell'aperitivo di fine febbraio, batte in ritirata.
Non pervenuti la sindaca di Torino o quello di Palermo.
Sugli scudi salgono solo i governatori: un po' perché l'emergenza sanitaria incrocia soprattutto le loro competenze, un po' perché hanno colto l'occasione per recitare un controcanto al governo da viceré. È il federalismo della paura, il regionalismo dell'emergenza, il campanilismo del contagio zero. E su questo ring, De Luca batte De Magistris già al peso. Qualcuno, però, avvisi il sindaco. Il match è finito.(IlMattino)
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