Michelle Causo, i genitori: "È stata massacrata. Non stavano insieme, l'ha uccisa perché l'ha respinto"
"Me l'hanno ammazzata di botte. L'hanno ammazzata di botte e poi l'hanno finita a coltellate, tutte coltellate." Queste sono le parole di Daniela, la madre di Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa a Primavalle, che non ha dubbi sulla dinamica dell'omicidio.
Secondo lei, quel ragazzo non può aver agito da solo. Anche il padre, lo zio e Federico, uno degli amici più intimi di Michelle, condividono questo pensiero, esprimendolo all'uscita dagli uffici della Questura centrale di Roma.
"Mia figlia era una ragazza forte. Non si sarebbe mai fatta sottomettere. Si scontrava anche con i ragazzi", dice la madre. Federico aggiunge con dolore nella voce: "Si scontrava anche con me". Gianluca, il padre, afferma: "Questo ragazzo era troppo piccolo per ucciderla da solo e poi metterla in un carrello. Sono sicuro che ci doveva essere anche qualcun altro".
Michelle, il secondo nome "Maria" le è stato dato in ricordo di una loro zia, era stata a Napoli pochi giorni prima dell'omicidio con il fidanzato Federico e altri amici, ospiti a casa dello zio di Michelle. Federico dice: "Abbiamo mangiato tantissimo", poi si ferma e la voce si incrina.
Michelle Causo uccisa a Primavalle: chi è il killer, un trapper popolare su Instagram e con un album pubblicato su Spotify. La sua canzone si intitola "Sai che non mi fermo con niente".
I lividi sono stati un elemento che ha portato i genitori a non credere che l'assassino abbia agito da solo. Infatti, il riconoscimento del corpo è stato fatto da una zia che ha notato dei lividi sul corpo della ragazza, da qui l'idea delle botte.
Il padre, in riferimento agli inquirenti, afferma: "Loro sono convinti che sia stato da solo. Ma io non ci credo. È stato aiutato da qualcuno. Stava assumendo farmaci". La madre aggiunge: "Farmaci pesanti, sostanze stupefacenti. Ho parlato con lui due o tre volte e gli ho chiesto se studiava. Credo che sia importante per una relazione. Lui mi ha detto che non studiava, che aveva lasciato perché non era portato per lo studio. Era molto educato." La madre non sapeva che l'assassino fosse nato a Roma.
In seguito sono emerse polemiche riguardo alle prime notizie su Michelle: "Non dite che mia figlia stava con questo", dice il padre arrabbiato. "Alcuni telegiornali vergognosi hanno detto che lei stava con questo. Hanno persino detto che era rimasta incinta di questo. Che questo era un ex. Non è vero niente. Questo sarà stato solo uno che si era invaghito di lei. Ha avuto un rifiuto e gli è scattato qualcosa.
Lei aveva un fidanzato, un ragazzo d'oro che ora è qui", continua il padre indicando gli uffici della Polizia dove il fidanzato viene interrogato per comprendere cosa sia successo. Al momento dell'omicidio, il fidanzato si trovava a Pomezia, dove ora vive dopo essersi trasferito da Torre Maura. Stavano insieme da un paio d'anni e spesso Michelle lo accompagnava durante il volontariato con ragazzi affetti da ritardi cognitivi.
I genitori erano a Bologna, dove il padre era in lista d'attesa per un intervento chirurgico all'anca: "Sono due anni che lo Stato mi lascia così sul letto. Ho perso il lavoro. Avrei dovuto operarmi e invece questa tragedia ci ha costretti a tornare scortati dalla polizia". Il padre afferma: "I poliziotti mi hanno detto: 'Meno sai, meglio è'. Io ho risposto: 'Non è assolutamente così. Voglio sapere tutto'. Dicono: 'Ci saranno modi e tempi per sapere tutto'". Oggi la famiglia dovrà tornare al portone di ingresso di San Vitale per firmare il consenso all'esame autoptico.
I ricordi, i gesti, i dubbi e i sospetti si affollano nella mente dei familiari. Emergono piccoli dettagli, come quando Michelle Causo aveva detto a suo nonno di stare tranquillo perché sarebbe tornata a preparargli il pranzo. Lo zio, a fatica trattenendo le lacrime, dice: "Avrà capito. Avrà avuto paura. I suoi ultimi momenti saranno stati di paura, terrore e consapevolezza di ciò che stava accadendo. Botte e coltellate. Sarebbe stato meglio un colpo di pistola, almeno tutto sarebbe finito subito. Chissà quando e come ha sofferto".