Teresa Stabile
Teresa Stabile

Una furia cieca e premeditata: così Vincenzo Gerardi, 57 anni, ha ucciso mercoledì sera la moglie Teresa Stabile, 55 anni, nel cortile del condominio in cui entrambi vivevano a Samarate, in provincia di Varese. La conferma della dinamica è arrivata dall’autopsia effettuata venerdì mattina: quindici coltellate, una delle quali ha raggiunto il cuore, provocando la morte istantanea della donna.

L’esame medico-legale ha certificato la violenza del gesto e l’intenzione omicida. Gerardi non ha lasciato nulla al caso: ha colpito più volte con precisione letale. Il delitto si è consumato proprio nel luogo dove i due avevano vissuto insieme, e dove Teresa stava cercando di ricominciare dopo aver avviato le pratiche di separazione.

Le lettere-testamento: Gerardi aveva pianificato tutto

Le indagini della Procura di Busto Arsizio confermano l’ipotesi di un omicidio premeditato. Decisive, in questo senso, sono le lettere scritte da Gerardi ai figli, redatte circa un mese prima del delitto. In quei messaggi, l’uomo anticipava le sue intenzioni: uccidere la moglie e poi togliersi la vita. Indicava persino una data precisa: il 16 aprile, due giorni prima dell’effettivo omicidio.

Una premeditazione lucida, agghiacciante. Gerardi aveva deciso tutto nei minimi dettagli. Le missive sono ora agli atti dell’inchiesta e rappresentano una prova schiacciante per gli inquirenti, che oltre al reato di femminicidio, contestano anche lo stalking.

Una donna perseguitata da mesi: il figlio aveva denunciato

Non si è trattato di un gesto improvviso. Secondo le ricostruzioni, Teresa Stabile viveva da mesi nel terrore. Il marito, da cui voleva separarsi, non accettava la fine del matrimonio. La tormentava, la controllava, la minacciava. Una situazione che era stata denunciata: il figlio della coppia si era già rivolto alle forze dell’ordine, temendo per la sicurezza della madre.

Tuttavia, come troppo spesso accade, gli allarmi lanciati non sono bastati a evitare la tragedia. Gerardi è stato arrestato in flagranza di reato subito dopo aver compiuto l’omicidio. Ora si trova in carcere in attesa di convalida.

Una provincia sotto shock: l'ennesimo femminicidio annunciato

La comunità di Samarate è sotto shock. Teresa era una donna conosciuta e rispettata. Il suo omicidio rilancia l’ennesimo allarme sociale sulla violenza di genere, un fenomeno che continua a mietere vittime nonostante le denunce, gli interventi delle autorità e gli appelli pubblici.

La salma della vittima è stata dissequestrata e nelle prossime ore verrà restituita ai familiari per l’organizzazione dei funerali. Intanto l’Italia intera si interroga ancora una volta su quanto realmente venga fatto per proteggere le donne che chiedono aiuto e su come sia possibile che, nonostante segnali evidenti, si arrivi a tragedie così estreme.

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