Assegno di Inclusione, domanda 'sospesa': quanto può durare e cosa fare
Le domande possono essere classificate in uno stato di “evidenza”: l'Inps chiarisce attraverso i messaggi n. 684/2024 e 835/2024
Dal 1° gennaio 2024, è entrato in vigore il nuovo strumento di sostegno economico noto come Assegno di inclusione (Adi), sostituendo il precedente Reddito di cittadinanza (Rdc) in Italia.
Questo cambio è stato regolamentato attraverso il Decreto Lavoro (48/2023), che ha introdotto una serie di criteri e requisiti per accedere a questo beneficio.
L'Assegno di inclusione
E' stato progettato per fornire supporto finanziario a famiglie in situazioni di svantaggio economico, soprattutto quelle che includono minori, persone con disabilità, anziani sopra i sessant'anni o individui presi in carico dai servizi sociali. Tuttavia, affinché un nucleo familiare possa beneficiare di questo sostegno, è necessario rispettare specifici limiti di reddito e patrimonio.
Una delle questioni più comuni che possono sorgere durante il processo di richiesta dell'Assegno di inclusione è la sospensione della domanda da parte dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS).
Questo stato può verificarsi per varie ragioni, tra cui discrepanze nella composizione del nucleo familiare rispetto ai dati ufficiali dell'anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR).
Per affrontare questa situazione, l'INPS ha stabilito delle procedure chiare. In particolare, secondo il principio del silenzio-assenso, le domande sospese verranno elaborate automaticamente con esito positivo dopo 60 giorni dalla data di sospensione. Questo approccio mira a semplificare il processo per i richiedenti, assicurando che i benefici vengano erogati in modo tempestivo.
Le domande possono essere sospese anche in caso di omissioni nell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) o difformità rispetto ai dati dell'Agenzia delle Entrate
In tali casi, l'INPS richiede ai richiedenti di presentare documentazione aggiuntiva o una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per correggere le informazioni errate.
È importante sottolineare che, secondo le norme vigenti in base alla nuova legge, la composizione del nucleo familiare per l'ISEE non deve necessariamente corrispondere a quella registrata nell'ANPR. Tuttavia, se le discrepanze non vengono risolte entro il periodo di sospensione, la domanda potrebbe essere respinta e il richiedente sarà tenuto a presentare un nuovo ISEE e a inoltrare una nuova domanda.
In conclusione, il passaggio dall'Rdc all'Adi rappresenta un importante cambiamento nel sistema di assistenza sociale italiano. La gestione delle domande sospese è fondamentale dunque per garantire un accesso equo e tempestivo ai benefici previsti dalla nuova legge. Per questo motivo, è consigliabile che i richiedenti seguano attentamente le istruzioni fornite dall'INPS per risolvere eventuali problemi e ottenere quindi il supporto di cui hanno bisogno.