Terra dei fuochi
Terra dei fuochi

Il tavolo tecnico sulla Terra dei Fuochi, che ha tenuto la sua nona riunione da maggio 2024, ha segnato una svolta decisiva per la bonifica delle aree più contaminate della Campania. La riunione, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, forze dell'ordine, e esperti dell'ARPAC e dell'ASL, ha finalmente portato all'approvazione di un cronoprogramma preciso per l'intervento in tre dei siti più critici. Un passo fondamentale dopo anni di inazione e negazionismo. Un impulso importante è stato dato dal Vescovo Antonio Di Donna, che da tempo sollecitava un'azione concreta e urgente per risanare la Terra dei Fuochi, una delle aree più inquinate d'Italia.

Il Ruolo Determinante del Vescovo Antonio Di Donna

Il Vescovo Di Donna ha svolto un ruolo fondamentale nell'attivare il processo di bonifica. Da tempo impegnato nella sensibilizzazione riguardo ai gravi danni ambientali, ha richiesto l'inclusione di alcuni dei siti più inquinati nel piano di bonifica urgente. In particolare, ha incontrato Giuseppe Vadala’, Commissario nazionale alle discariche abusive, e ha sollecitato l'attivazione di un programma strutturato per la bonifica di almeno alcuni dei 2746 siti inquinati identificati da ISPRA nel 2023. La Campania detiene tristemente il primato in Italia per numero di siti contaminati, un dato che rende ancora più urgente l'azione.

I Tre Siti Prioritari per la Bonifica

Durante la riunione, è stato deciso di dare priorità a tre siti particolarmente inquinati che necessitano di interventi urgenti:

Sito Agrimonda (Marigliano): Questo sito è stato contaminato da pesticidi e fitofarmaci cancerogeni dopo un incendio nel 1992, che ha distrutto un deposito di prodotti chimici. Le recenti indagini hanno rivelato che la falda acquifera superficiale è stata contaminata, creando una grave minaccia per la salute pubblica. Il progetto di bonifica, avviato da esperti come il prof. Antonio Marfella, è essenziale per il risanamento dell'area.

Discarica Ex Pozzi Ginori (Agro caleno): Conosciuta come la "più grande discarica abusiva d'Europa", questa discarica rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi della regione. L'intervento in questo sito è fondamentale per fermare ulteriori contaminazioni e restituire la zona alla comunità.

Sito Calabricito (Acerra): Questo sito è tristemente noto per essere uno dei luoghi simbolo del traffico illecito di rifiuti tossici. Situato vicino a un'importante area archeologica, è stato trasformato in una discarica a cielo aperto, dove sono stati sversati rifiuti pericolosi e speciali. La bonifica è cruciale per evitare che l'inquinamento si diffonda ulteriormente.

Il Lungo Cammino della Bonifica: Un Percorso Complesso

Nonostante questo significativo passo avanti, la strada verso la completa bonifica della Terra dei Fuochi è ancora lunga. Numerosi siti contaminati, come quelli situati ad Acerra, non sono stati ancora messi in sicurezza, e molti restano ad alto rischio di contaminazione. I crimini ambientali commessi dagli ecomafiosi, che hanno sversato rifiuti pericolosi in territori agricoli, continuano a gravare sulla regione. Il patrimonio di oltre 200 milioni di euro accumulato da questi criminali è ora oggetto di confisca da parte della magistratura.

L'Azione Congiunta tra Istituzioni e Comunità

Il risultato positivo di questo tavolo tecnico è il frutto di un impegno congiunto tra le istituzioni e la comunità. Il Prefetto Michele Di Bari, insieme al Viceprefetto Ciro Silvestro, ha lavorato a stretto contatto con il Vescovo Di Donna, le forze dell'ordine, le associazioni ambientaliste e i medici per l'ambiente per sensibilizzare e coordinare le azioni necessarie. L'unione di tutte queste forze è fondamentale per portare a termine un risanamento definitivo della Terra dei Fuochi, un’area che da troppo tempo vive sotto il peso dell’inquinamento e della criminalità.

La Speranza di un Futuro Migliore

La bonifica della Terra dei Fuochi è una questione urgente che richiede una collaborazione senza precedenti tra istituzioni, cittadini e associazioni. Il tavolo tecnico ha dimostrato che, finalmente, è possibile unire le forze per agire concretamente, restituendo alla regione un futuro più sano e sicuro. Solo con un impegno deciso e coordinato, infatti, sarà possibile spezzare il ciclo di inquinamento e illegalità che ha segnato la storia di questi territori, permettendo alle future generazioni di vivere in un ambiente più sano e protetto.

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