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Negli ultimi giorni, numerosi cittadini della provincia di Avellino sono stati bersaglio di un ingegnoso tentativo di truffa via email, apparentemente firmato dal direttore della Polizia di Stato, Vittorio Pisani. Il messaggio, scritto in un italiano incerto e caratterizzato da errori grammaticali, accusa i destinatari di crimini gravissimi, come la diffusione di materiale pedopornografico e l'uso di foto di minori, minacciando l’imminente apertura di procedimenti giudiziari.

La frode informatica

Dietro questa intimidazione si cela una chiara frode informatica. L'obiettivo dei truffatori è instillare paura, facendo leva su accuse di reati particolarmente odiosi, come pedofilia, pornografia infantile e traffico di droga, per estorcere denaro alle vittime. Il tono del messaggio punta a creare panico, prospettando la possibilità di procedimenti legali imminenti e la diffusione pubblica delle infamanti accuse. Anche se molti utenti più esperti possono riconoscere rapidamente la truffa, l'uso improprio del nome del capo della Polizia e l’apparente formalità del testo possono facilmente disorientare chi ha meno dimestichezza con la tecnologia.

Le richieste pressanti

Nel messaggio, si richiede ai destinatari di rispondere "immediatamente" al presunto "comitato" entro 72 ore per fornire spiegazioni, altrimenti verranno applicate "sanzioni severe", che vanno dalla reclusione per sei anni a una multa di 75.000 euro. La mail avverte che, in caso di mancata risposta entro il termine indicato, sarà inoltrata una denuncia alle autorità competenti, con conseguenti arresto e processo immediato.

La truffa entra nel vivo quando le vittime, rispondendo all’email, ricevono una richiesta di denaro. Viene loro suggerito di evitare il processo pagando una somma di 4550 euro, da versare su un conto bancario francese, intestato a una donna il cui nome, dopo una breve verifica, risulta inesistente su qualsiasi piattaforma online o social network.

Indicazioni per il pagamento

Le indicazioni per il pagamento sono dettagliate e perentorie: il bonifico deve essere effettuato entro 48 ore, con la causale "Motivi famigliari" per garantire la privacy della vittima. Una volta completata l’operazione, viene richiesto di inviare la conferma del pagamento, necessaria per ottenere un fantomatico "certificato di cessazione dell'azione penale".

Questa truffa, con il suo tono minaccioso e l’uso ingannevole di nomi istituzionali, rappresenta un ulteriore tentativo di sfruttare la paura e la confusione per ottenere profitti illeciti. Le autorità raccomandano di ignorare e segnalare questi messaggi, evitando qualsiasi interazione con i truffatori.

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