Per i nuovi focolai provocati in Veneto da alcuni viaggi di lavoro, il governatore Luca Zaia ha firmato una nuova ordinanza che inserisce norme più stringenti per chi arriva dall’estero. In particolare, ci saranno doppi tamponi per i lavoratori dopo un viaggio all’estero e chi non si fa ricoverare rischia di finire in carcere.
Non solo: chi esce da casa durante l’isolamento, anche se negativo al tampone, dovrà pagare una multa da 1.000 euro. Stessa sanzione sul luogo di lavoro con il datore di lavoro ma moltiplicata per il numero di dipendenti. Misure che, secondo il governatore, restano comunque insufficienti perché servirebbe il ritorno al penale per chi sfugge all’obbligo di quarantena.
Nuova ordinanza, parla il governatore
Zaia ha esordito: “Ricordo che ci troviamo in presenza di due isolamenti. Il primo è per chi risulta positivo ai tamponi. Il secondo è un
isolamento fiduciario di 14 giorni. La nuova ordinanza norma queste situazioni”. Poi ha cominciato a leggere l’ordinanza. Primo articolo: all’isolamento fiduciario sono sottoposti “tutti coloro che hanno avuto
contatti a rischio con positivi e che siano negativi, ma se entro il 14esimo giorno risultano positivi, l’isolamento prosegue”.
C’è poi un secondo caso che riguarda obbligatoriamente l’isolamento fiduciario di 14 giorni per tutti “coloro che sono rientrati da
Paesi diversi dai 36 indicati in un allegato all’ordinanza”. L’elenco è composto soprattutto da Paesi europei, ne sono escluse tutte le nazioni dove il
rischio è alto. Terzo caso di isolamento fiduciario: “Riguarda la
compresenza dei sintomi di
difficoltà respiratoria e di temperatura corporea superiore ai
37,5 gradi per chi ha avuto contatti con soggetti in isolamento”.
Ordinanza, il secondo articolo
Il secondo articolo dà invece facoltà alle
Ulss di collocare i soggetti in isolamento fiduciario
extra-alberghiero (quindi in abitazione) anche in strutture alternative, dove non sia possibile la permanenza in famiglia. C’è poi l’obbligo di seguire una
procedura di controllo (gratuita, spese a carico dell’Ulss) con doppio tampone laringo-faringeo “per coloro che rientrano dall’estero per esigenze lavorative”. Un primo
tampone sarà effettuato al momento del
rientro, se risultano negativi possono tornare al lavoro, ma con l’uso della
mascherina.
Dopo 5-7 giorni viene ripetuto il tampone, se continuano ad essere negativi possono togliersi la mascherina sul posto di lavoro. “Chi partiva e tornava in Veneto entro
120 ore fino ad oggi non veniva sottoposto alla quarantena, oggi sì – ha spiegato Zaia – Il
governo però dovrà darci una mano con i controlli”. Se l’arrivo in Italia dai Paesi a rischio avviene per altri motivi, ad esempio per
turismo, la persona è comunque tenuta a un isolamento fiduciario di 14 giorni.
Per tutti coloro che sono in isolamento fiduciario c’è obbligo di
denuncia e
segnalazione da parte dell’Ulss all’autorità giudiziaria. Inoltre ci sarà segnalazione al
sindaco, al
prefetto e alla
polizia giudiziaria perché possano essere eseguiti controlli ed adottate eventuali
misure cautelari. Per chi rifiuta il
ricovero dopo che ne è stata accertata la positività, le autorità sanitarie dovranno fare
segnalazione d’ufficio ala polizia giudiziaria.
L'ordinanza, multa fino a 1000 euro
Per chi non rispetta l’isolamento fiduciario (anche semplice uscita di casa) c’è una multa di
1.000 euro. Lo stesso importo per il lavoratore che non segue la procedura di tamponi prevista per il rientro dall’estero: in questo caso l’imprenditore potrà essere multato di un importo pari a 1.000 euro per ogni
dipendente della sua azienda, considerando che i tamponi sono gratuiti e il suo unico onere è quello di farli eseguire.
L’ordinanza ricorda le
sanzioni penali previste dall’articolo 542 del Codice Penale che punisce i “delitti colposi contro la salute pubblica”. Pene che vanno
da 3 a 18 mesi e all’ammenda da 500 a 5mila euro. “Se un positivo va in giro, c’è l’
arresto e poi il carcere”, ha concluso Zaia. Fonte: Il Fatto Quotidiano
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