Influenza aviaria
Influenza aviaria

L'Unione Europea ha ufficialmente alzato il livello di allarme per l'influenza aviaria dopo l’identificazione di numerosi focolai in Polonia. Secondo quanto dichiarato dalla portavoce della Commissione Europea per la salute, Eva Hrncirova, nei prossimi giorni saranno adottate misure restrittive per contenere la diffusione del virus nelle aree più colpite, in particolare nella regione della Masovia e nel voivodato della Grande Polonia, con capoluogo Poznań.

L’obiettivo è limitare la circolazione del virus negli allevamenti avicoli attraverso zone di protezione, controlli sanitari mirati e restrizioni nel commercio e trasporto degli animali. Il coordinamento tra autorità europee e polacche sarà essenziale per evitare un'ulteriore espansione dell’epidemia.

Epidemia in rapido aumento: coinvolti oltre 100 allevamenti

L’epidemiologo Massimo Ciccozzi ha confermato che in Polonia si registrano 176 casi di aviaria, con 116 fattorie coinvolte. Il virus sembra essere veicolato in gran parte dalle rotte migratorie degli uccelli selvatici, che rappresentano un vettore naturale del contagio. Secondo gli esperti, anche un singolo caso può richiedere la soppressione dell’intero allevamento, misura drastica ma necessaria per arginare il virus.

Ciccozzi ha inoltre sottolineato come gli allevamenti intensivi rappresentino un ambiente favorevole alla diffusione e mutazione del virus. In questo contesto, la prevenzione passa attraverso il monitoraggio costante e l’applicazione di rigorose misure di biosicurezza.

Gabie e Goarn: la rete globale che monitora l’evoluzione del virus

L’influenza aviaria è sotto stretta osservazione anche da parte della rete globale Goarn dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui fa parte anche il sistema Gabie (Genomics, AI, Bioinformatics, Infectious diseases, Epidemiology). Questo portale offre dati in tempo reale sull’evoluzione delle epidemie, utilizzando modelli predittivi e intelligenza artificiale per analizzare i rischi e anticipare gli sviluppi futuri.

Bassetti: “Serve una strategia europea per i test e i vaccini”

Anche l’infettivologo Matteo Bassetti ha lanciato un appello alla Commissione Europea e al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) affinché venga adottata una strategia comune. Bassetti propone l’introduzione di test rapidi per il virus H5N1 nei pronto soccorso europei, la creazione di centri di riferimento per l’aviaria e un piano di vaccinazione per gli allevatori e i soggetti più esposti.

Ha inoltre posto l’attenzione sulla necessità di sviluppare farmaci efficaci alternativi, qualora quelli attuali si rivelassero insufficienti, sottolineando che la Polonia, primo esportatore di carne avicola in Europa, rappresenta un punto nevralgico per la salute pubblica continentale.

Come sta reagendo l’Italia: sperimentazioni sui vaccini e monitoraggio nei bovini

Anche l’Italia si sta muovendo in maniera concreta. Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha annunciato che il Governo ha stanziato fondi per completare una sperimentazione su circa 5.000 tacchini in due allevamenti, al fine di valutare l’efficacia della vaccinazione preventiva contro l’influenza aviaria ad alta patogenicità.

Contestualmente, è in fase di definizione un piano di monitoraggio sui bovini, dopo la recente ondata di focolai registrata nei capi da latte negli Stati Uniti. L’obiettivo è individuare per tempo eventuali casi di “spillover”, ovvero il passaggio del virus da una specie all’altra.

Conclusioni: prevenzione e coordinamento per evitare una nuova emergenza sanitaria

La situazione in Polonia è un campanello d’allarme per tutta l’Europa. La diffusione dell’influenza aviaria, se non contenuta, può avere ripercussioni significative non solo sul comparto avicolo, ma anche sulla salute pubblica. Gli esperti chiedono interventi immediati, strategie condivise e investimenti in prevenzione e ricerca. Solo attraverso il coordinamento tra Paesi membri si potrà evitare che l’aviaria diventi una nuova emergenza sanitaria globale.

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