"Non mi sento bene”. Si alza dal letto e crolla a terra: papà Nicola stroncato da un malore improvviso. L'addio a dj Papi: lascia tre figli
PADOVA. Un malore improvviso e dj papi non c'è più. E' il dramma che sta vivendo la famiglia di Nicola Alfonsi, in arte dj Papi stroncato all'improvviso sotto gli occhi della sua famiglia.
Addio Nicola
Secondo quanto si apprende, Nicola subito dopo essersi alzato dal letto è crollato a terra e il suo cuore si è fermato, senza lasciargli alcun scampo.
A nulla sono serviti i soccorsi, Nicola Alfonsi in arte Dj Papi è morto a 53 anni. Era un uomo molto conosciuto in città perori peer il mestiere e i ruoli che ricopriva da animatore a presentatore di eventi, Nicola Alfonsi era impiegato alla Telecom ed era il vicepresidente dell'associazione Le Maschere di Cadoneghe, alle porte di Padova.
Nicola Alfonsi, secondo le prime informazioni, sarebbe crollato a terra a casa, colpito da un infarto. Lascia la moglie e le tre figlie di 22 anni, 19 e 16 anni.
Da Padova a Napoli, la svolta nell'omicidio di Checco Maimone
NAPOLI. Francesco Pio Maimone, per gli amici Checco, ucciso a 18 anni a Mergellina per errore dopo una lite a lui estranea per un paio di scarpe da mille euro. Se ne è andato così a 18 anni insieme a tutti i suoi sogni e i suoi progetti. Lui che era seduto con un amico fuori un altro chalet. Ignaro di quella lite e completamente estraneo a quei ragazzi, quei coetanei e quel coetaneo che l'ha ucciso.
La segnalazione
Sarebbero dunque state ritrovate le scarpe da mille euro che hanno innescato la lite che ha ucciso Checco Pio Maimone. Il tutto grazie ad una segnalazione rigorosamente anonima, che è arrivata quando Francesco Pio Valda era già in cella con l’accusa di aver ucciso l’incolpevole Francesco Pio Maimone sparando tra la folla, la notte tra il 19 e il 23 marzo, davanti agli chalet di Mergellina.
Omicidio Checco Maimone - Un’informazione precisa e dettagliata
Indicava un luogo, nella periferia orientale di Napoli, fra Barra e San Giovanni a Teduccio, dove erano state gettate le scarpe firmate che, nella ricostruzione dei testimoni, avevano rappresentato la scintilla, o forse il pretesto, per la lite fra due gruppi di ragazzi finita con l’omicidio del diciottenne, colpito mentre era tranquillamente seduto a un tavolino dopo una settimana dsi lavoro.
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