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L'influenza aviaria sta generando crescente preoccupazione tra gli scienziati. Il professor Matteo Bassetti ha dichiarato attraverso i social che “il 2025 rischia di essere l'anno dell'aviaria”, sottolineando la situazione critica negli Stati Uniti, dove il virus H5N1 si sta diffondendo tra i bovini da latte. Il caso di due gatti domestici morti a Los Angeles dopo aver bevuto latte crudo infetto rappresenta un campanello d'allarme.

Il rischio di trasmissione attraverso latte crudo

I gatti domestici possono contrarre il virus H5N1 sia consumando uccelli o animali infetti, sia bevendo latte o latticini derivati da latte crudo contaminato. Questo scenario apre nuovi interrogativi sulla sicurezza dei prodotti non pastorizzati e sulla necessità di controlli più stringenti.

Una mutazione che potrebbe essere fatale

Secondo un recente articolo pubblicato su Science e citato dal professor Bassetti, al virus H5N1 manca ormai solo una piccola mutazione per diventare trasmissibile da uomo a uomo. Questo potrebbe innescare una pandemia con conseguenze devastanti.

L'elevata mortalità nelle donne incinte

Uno studio del Murdoch Children's Research Institute di Melbourne ha analizzato oltre 1.500 articoli scientifici, evidenziando come il tasso di mortalità per le donne incinte contagiate dal virus sia estremamente alto. Su 30 casi esaminati, 27 sono risultati fatali, indicando una mortalità del 90%.

L'importanza di includere le donne incinte nei piani pandemici

Rachel Purcell, coautrice dello studio australiano, ha sottolineato l'urgenza di includere le donne incinte nei programmi di preparazione alle pandemie. Spesso escluse dai trial clinici per i vaccini, queste donne risultano particolarmente vulnerabili al virus H5N1.

Primi casi gravi negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, i casi di influenza aviaria tra esseri umani stanno aumentando. In Louisiana è stato registrato un caso grave di un paziente contagiato dopo l'esposizione a uccelli malati provenienti da allevamenti domestici.

La situazione in Italia

In Italia, al momento, si registrano circa 50 focolai di aviaria tra allevamenti di pollame e uccelli selvatici. Questa condizione rappresenta un rischio significativo di trasmissione all'uomo, specialmente se il virus acquisisse la capacità di diffondersi tra esseri umani.

L'appello dell'OMS

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato che, sebbene il rischio di trasmissione tra esseri umani sia attualmente basso, è fondamentale mantenere alta la sorveglianza. Monitorare ogni caso umano diventa cruciale per prevenire una possibile diffusione su scala globale.

 

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