"La firma è falsa". La grafologa Sara Cordella smonta la pista inglese del caso di Emanuela Orlandi
La grafologa Sara Cordella ha smontato la pista inglese del caso Emanuela Orlandi sulla base di una lettera inviata nel 1993 al cardinale Ugo Poletti e firmata dall'arcivescovo di Canterbury George Carey. Secondo Cordella, la lettera è un falso clamoroso, poiché le due firme sono sovrapponibili, e avrebbe una perfetta identità con un'altra lettera firmata dallo stesso arcivescovo.
Emanuela Orlandi, la lettera dell'arcivescovo di Canterbury è un falso: la grafologa smonta la pista inglese
La grafologa ha spiegato che nessuno è in grado di scrivere nella stessa maniera di un altro e che anche la stessa persona non riuscirà mai a replicare uno scritto identico a quello precedente. Nel momento in cui le firme si sovrappongono, è evidente che non sono due grafie diverse, ma è la stessa fotocopiata. Inoltre, l'intozzatura, un rilascio di nero, frutto di uno spasmo pressorio, si trova in entrambe le firme ed è un dettaglio non replicabile.
Cordella ha evidenziato che chi ha creato quella lettera avrebbe preso la firma dell'arcivescovo da un'altra lettera e l'avrebbe tagliata e incollata con un programma di editing per apporla sulla richiesta per Emanuela. Pertanto, la grafologa ha concluso che non si tratta di un lavoro professionale ma di una contraffazione a livello artigianale.
La grafologa ha anche pubblicato le sue riflessioni su Facebook e ha espresso la sua opinione sul caso Orlandi, affermando che è troppo pieno di dilettanti che ci provano e troppe casse di risonanza. Ha concluso che nel paese della bugia, la verità è una malattia.
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