carlo verdone

Carlo Verdone apre la puntata di Domenica In con Mara Venier, regalando al pubblico un’intima conversazione sui suoi progetti, tra cui la nuova serie Vita da Carlo 3, e condividendo riflessioni personali sul mondo dello spettacolo e sui rapporti umani.

La Serie Vita da Carlo 3 e Sanremo

Nel corso dell’intervista, Verdone parla del nuovo capitolo della serie, dove riceve una proposta inaspettata: diventare direttore artistico del Festival di Sanremo. "Io quello non potrei mai farlo," dichiara, spiegando la difficoltà di dire "no" agli amici che propongono canzoni su cui hanno investito mesi di lavoro. "Nella serie, ricevo un brano di Gianna Nannini e Roberto D’Agostino, e lui mi dice: ‘E’ una mer*a questo pezzo’. Però non sapevamo come dirglielo…"

Il Ricordo di Lucio Dalla

Durante l’intervista, emerge il ricordo di Lucio Dalla. Verdone racconta della breve tensione avuta con il cantautore durante le riprese di Borotalco, risoltasi poco dopo, quando Dalla mostrò grande apprezzamento per il film. "L’ultima volta che ho visto Lucio eravamo a Capri. Era una persona molto spiritosa, ma aveva anche le sue malinconie." L’attore aggiunge: "Io non mi fido di chi ride sempre. Quando sono malinconico mi ritiro, ma non è mai depressione."

La Bellezza dei Ricordi e la Tristezza per il Passato

Alla domanda su cosa lo rende malinconico, Verdone risponde che è la perdita di persone care e la cronaca nera degli ultimi anni. "Siamo in un momento di deragliamento. Certo, anche quando pensi al passato e a quelle cose belle che non potranno mai tornare."

L’Amicizia nel Mondo dello Spettacolo

Parlando del suo periodo più bello, Verdone ricorda con nostalgia i suoi anni giovanili, dai 15 ai 23 anni, definendoli come anni di aggregazione e condivisione. "Era molto più facile fare amicizia perché c’era decisamente meno diffidenza e c’erano ideali importanti." Alla domanda su chi siano oggi i suoi amici, l’attore risponde che sono "persone molto semplici, non del mio ambiente," aggiungendo che, nel mondo dello spettacolo, spesso prevale la competizione.

"Non mi importa nulla della competizione," afferma. "Quello che ho fatto, ho fatto. Non mi piace chi in questo settore si sente un pallone gonfiato." E conclude ricordando l’umiltà di grandi del cinema come Fellini e Scola, riflettendo su quanto l’ambiente sia cambiato.

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