Processo omicidio di Santo Romano, la madre: "Voglio una giustizia senza sconti"
Alla vigilia della possibile sentenza, il dolore di una madre e il suo appello per una pena certa per l'assassino del figlio

Sono ore di grande tensione e dolore per Mena De Mare, madre di Santo Romano, il ragazzo di 19 anni ucciso a San Sebastiano al Vesuvio da un minorenne che gli ha sparato un colpo di pistola. Domani, 29 aprile, potrebbe concludersi il processo davanti al Tribunale dei minori di Napoli con l’emissione della sentenza.
Se il giudice dovesse respingere la richiesta della difesa di una nuova perizia psichiatrica sull’imputato, si potrebbe procedere direttamente con la formulazione della pena, che – vista la minore età del colpevole e la scelta del rito abbreviato – non potrà superare i 20 anni di reclusione.
Il dolore in casa Romano: tra ricordi e speranze di giustizia
Entrando nel palazzo dove vive la famiglia Romano, ogni angolo racconta di Santo: le sue scarpe da calcio, i disegni, le fotografie che immortalano momenti felici di una vita spezzata troppo presto. Sono simboli di un'assenza che pesa ogni giorno di più.
Mena De Mare, attraversando quei ricordi, racconta la sua angoscia: «Sono cinque mesi che mi chiedo perché il suo assassino non sia scappato, perché si sia fermato per sparare. Era consapevole di quello che stava facendo». Domani la madre di Santo spera di vedere riconosciuto il diritto alla giustizia per suo figlio.
"Una pena certa, senza sconti": l’appello di Mena De Mare
Mena è chiara nel suo appello: «Non mi interessa quanti anni gli daranno, ma quegli anni dovrà scontarli tutti, senza sconti, senza premi, senza commutazioni». La madre chiede che non ci siano riduzioni di pena dovute ad appelli o percorsi alternativi: per lei, chi toglie una vita deve affrontare tutte le conseguenze delle proprie azioni.
Nei mesi trascorsi dalla tragedia, Mena ha trovato una forma di forza e speranza nei giovani, parlando nelle scuole e raccontando la storia di Santo. «Guardandoli negli occhi, ho capito che c’è ancora speranza», dice. Tuttavia, sottolinea che la società, e in particolare la giustizia, devono fare la propria parte: chi compie un omicidio deve sapere che dovrà pagare senza scorciatoie.
Una sentenza attesa per dare un senso al dolore
Il processo, iniziato lo scorso 25 marzo con l'accettazione del rito abbreviato, rappresenta per la famiglia Romano un passaggio fondamentale per trovare almeno una parziale forma di giustizia.
Mena De Mare continua a chiedere una cosa semplice e potente: che la morte di suo figlio non venga archiviata come un fatto di cronaca destinato a spegnersi nel tempo, ma che serva da monito e che la sentenza rappresenti un segnale forte contro la violenza giovanile.
Domani si conoscerà il destino giudiziario dell’assassino di Santo Romano. Ma, per la sua famiglia, il dolore resterà per sempre.