Messina Denaro, la donna del boss: "Lo amavo. Non sapevo chi era”. Trovate cinque carte d'identità
Messina Denaro. Molti testimoni si stanno presentando spontaneamente alle autorità. La versione dei fatti è più o meno sempre la stessa: conoscevano l'uomo, ma non la sua vera identità. Nell'appartamento di Campobello di Mazara dove viveva il boss ritrovate cinque carte d'identità con le sue foto ma con generalità di altri
A quasi due settimane dall’arresto di Matteo Messina Denaro, gli inquirenti continuano a scavare nella vita dell’ex capomafia per risalire alla rete di protezione che gli ha garantito di nascondersi dalla giustizia per 30 anni.
In molti, anche spontaneamente, si stanno presentando nelle stazioni dei Carabinieri e nei commissariati di Polizia per dire di aver incontrato Messina Denaro, senza però rendersi conto di chi fosse. Un volto conosciuto sul territorio, quindi, ma a cui non corrispondeva il vero nome. Le indagini si stanno concentrando ad esempio su alcune donne che frequentavano la casa del padrino di Castelvetrano
Le testimonianze di chi conosceva Messina Denaro ma non la sua vera identità
Una donna ha infatti segnalato alle forze dell’ordine di aver avuto una relazione di alcuni mesi con Messina Denaro, di cui lei stessa non conosceva la reale identità. Al momento non risulterebbe indagata, così come non lo sarebbero molti altri testimoni che si stanno facendo avanti. Altri tasselli utili a svelare la sua rete di fiancheggiatori potrebbero arrivare dalle testimonianze di chi ha raccontato di aver fatto parte del gruppo di pazienti oncologici che con lui faceva la chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo, dove è poi stato arrestato. Gli inquirenti restano comunque prudenti: sono in corso controlli e verifiche sulle versioni raccontate agli investigatori.
Le carte d’identità trovate nell'appartamento
Al momento le uniche due persone vicine al boss arrestate, con l’accusa di associazione mafiosa, sono Giovanni Luppino, l'autista che era con lui il giorno della cattura, e Andrea Bonafede, l’uomo di cui il boss utilizzava le generalità. Tra il materiale recuperato durante le perquisizioni nella casa dove viveva, a Campobello di Mazara, gli investigatori hanno però trovato cinque carte d'identità con le sue foto ma intestate ad altri individui. Si sta indagando per capire se si è trattato di identità rubate oppure di fiancheggiatori.