I funerali

Commozione all'Infernetto a Roma per i funerali di Mattia Roperto, il ragazzino di 14 anni investito e ucciso lunedì scorso. Una folla di gente si è riunita nell'area giochi della chiesa di San Corbiniano per dare l'ultimo saluto alla giovane vittima: palloncini bianchi, un gruppo di musicisti e tanti ragazzi mano nella mano hanno accolto il feretro. Poco dopo le 10 è arrivata la bara bianca di Mattia, in un silenzio spettrale: la chiesa è a due passi dal luogo in cui una settimana fa il 14enne è stato travolto e ucciso da un'auto. Alla guida un 22enne, risultato positivo all'esame tossicologico e denunciato per omicidio stradale.

L'omelia

«Dobbiamo essere pragmatici, non possiamo cambiare il passato ed impedire che avvenga incidente. Non possiamo cambiare il passato ma solo il presente e il futuro». Così don Carlo, il parroco della chiesa di San Corbiniano, all'Infernetto, nella sua omelia durante il funerale del 14enne investito e ucciso lunedì scorso. Si riferisce alla parabola in cui Gesù resuscitò l'unico figlio della donna vedova a Nain. «Per questo non possiamo sprecare la morte di Mattia - dice - Intendo sprecare la sua vitalità, la sua carica di energia, la caratteristica più bella di voi giovani. L'altra sera, giovedì scorso, alla fiaccolata è ricorso più volte il termine m...da, più volte avete detto questo è un mondo di cacca, avete ragione». «È un mondo di cacca - continua il parroco - perché siamo stati noi adulti a renderlo così, in quel grido mi è sembrato risuonasse il grido di Greta quando diceva che abbiamo rubato la vostra infanzia e i vostri sogni, sicuramente li abbiamo infranti perché non siamo stati degli esempi, non coerenti coi grandi ideali che dicano di processare. È un mondo di cacca, ma Fabrizio de André diceva che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori».

Il messaggio

«Proprio perché il mondo è così, potete fare qualcosa di bello - continua rivolgendosi agli amici di Mattia - e vi invito a nome di tutti gli altri adulti a impegnarvi in qualcosa di grande, lottate per la vita che tocchi il mondo intero. Voi potete far nascere fiori dal letame più di quanto siamo riusciti noi a fare». Poi aggiunge: «Un'altra frase che ho sentito alla fiaccolata è stata: 'Rega, le canne fatevele a casa'. Le canne non ve le fate manco a casa - incalza don Carlo - perché non sapete quanto durerà l'effetto di quello che avete fumato. Non potete essere sicuri che quando vi metterete al volante la vostra percezione della realtà non sia alterata. Non deve succedere quello che è successo a Mattia». (Il Mattino) Leggi anche: Roma, 14enne investito e ucciso: svolta nelle indagini. Chi ha stroncato la vita di Mattia. Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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