Turetta a processo, il legale di Elena Cecchettin: «Un milione di euro di rimborso al killer»
L'avvocato Nicodemo Gentile che tutela la parte civile Elena Cecchettin, sorella di Giulia: «La stima - ha precisato - si basa sulle tabelle della Giustizia»
Il processo contro Filippo Turetta, accusato del brutale femminicidio di Giulia Cecchettin, è entrato nel vivo quasi un anno dopo il terribile evento.
L'avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta la sorella della vittima, Elena Cecchettin, ha annunciato una richiesta di risarcimento di un milione di euro nei confronti dell'imputato. La somma è stata calcolata in base alle tabelle stabilite dalla Giustizia, ma il processo si preannuncia difficile e doloroso per la famiglia della vittima. Il padre di Giulia, Gino Cecchettin, ha espresso il suo profondo dolore durante la prima udienza.
La richiesta di un milione di euro di risarcimento
Il 23 settembre 2023, il processo contro Filippo Turetta è iniziato ufficialmente presso la Corte d'Assise di Venezia, presieduta dal giudice Stefano Manduzio. L'imputato, accusato dell'omicidio premeditato di Giulia Cecchettin, non era presente in aula, essendo rimasto nel carcere di Montorio, Verona. Tuttavia, Gino Cecchettin, padre della vittima, era presente in aula, insieme all'avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta la parte civile.
L'avvocato Gentile ha dichiarato che la famiglia Cecchettin ha chiesto un risarcimento di un milione di euro, una cifra stimata sulla base delle tabelle della Giustizia italiana. Il risarcimento è stato richiesto per il danno subito dalla famiglia a seguito della perdita di Giulia, vittima di un atto di violenza feroce. "È una stima basata su criteri oggettivi", ha spiegato Gentile, aggiungendo che si tratta di una richiesta che tiene conto delle indicazioni stabilite dal sistema giudiziario per casi simili.
Il dolore di Gino Cecchettin: "Non sto bene"
Durante la prima udienza, Gino Cecchettin ha espresso con forza il suo dolore per la perdita della figlia. "Oggi è un giorno di grande dolore, come tutti gli altri giorni", ha detto il padre di Giulia. Ha aggiunto che, sebbene abbia cercato di mantenere un’apparenza di normalità con la sua famiglia, il peso del processo è devastante: "Ogni giorno penso a Giulia, non sto assolutamente bene".
Alla domanda su come affronterebbe la possibile presenza di Filippo Turetta in aula, Gino ha risposto che non teme di incrociare lo sguardo con l'accusato, sottolineando che se Turetta dovesse decidere di presentarsi, sarebbe una sua scelta. Il padre di Giulia ha inoltre precisato che non nutre rancore verso la famiglia di Turetta, spiegando che non li sente da tempo e che, se dovessero contattarlo, sarebbe disposto a rispondere. L’ultima volta che ha avuto notizie dalla famiglia dell’imputato risale a quando sono trapelate informazioni sull'interrogatorio di Filippo in carcere.
L'eredità di Giulia: la Fondazione e la battaglia di Elena
Gino Cecchettin ha sottolineato che sta continuando a sostenere la battaglia iniziata da sua figlia Elena, impegnata a mantenere vivo il ricordo e i valori di Giulia attraverso la Fondazione a lei intitolata. "Portiamo avanti i valori di Giulia", ha detto Gino, evidenziando come la Fondazione rappresenti una forma di resistenza al dolore, un modo per dare significato alla tragica perdita e per far sì che la memoria di Giulia non venga dimenticata.
Il processo a Filippo Turetta
Filippo Turetta è accusato di aver ucciso brutalmente Giulia Cecchettin con 75 coltellate, un atto che ha sconvolto la comunità di Fossò e l'intero Paese. L'accusa è di omicidio premeditato e il processo si preannuncia lungo e complesso. La famiglia Cecchettin è determinata a ottenere giustizia, ma il percorso legale sarà doloroso. "Non mi interessa se sarà un processo veloce o lungo, l'importante è che venga fatta giustizia", ha dichiarato Gino Cecchettin.
Il processo rappresenta un momento cruciale per la famiglia della vittima, che spera in una sentenza giusta che possa, se non alleviare il dolore, almeno garantire giustizia per Giulia.