Coronavirus, il ministro Speranza: "A Mondragone presto si ritornerà alla normalità"
«Dobbiamo essere veloci, determinati per poter ricondurre i focolai alla normalità nel più breve tempo possibile. Questa è la nostra sfida. A Mondragone questo lavoro è stato fatto». Così il ministro della Salute Roberto Speranza, in visita a Casal di Principe dove ha partecipato alla cerimonia di consegna del premio dedicato alla memoria di Don Peppe Diana, il prete ucciso dai Casalesi il 19 marzo del 1994. «Quando abbiamo iniziato le aperture dal 4 maggio - ha proseguito Speranza - eravamo consapevoli che avremmo avuto una stagione in cui dovevamo convivere con il virus. Il virus non è stato sconfitto, c'è ancora e dobbiamo tenere un atteggiamento di massima cautela. Il punto è che i focolai ci sono, ci saranno e continueranno ad esserci». Quanto ai messaggi talvolta apparentemente contrastanti che arrivano dagli scienziati, «io credo - ha detto Speranza - che gli scienziati del nostro Paese e della comunità internazionale dicono che bisogna continuare a mantenere alta l'attenzione. Non si troverà uno scienziato che dice che non bisogna usare le mascherine, che non bisogna lavarsi le mani e che non bisogna rispettare la distanza di un metro. Poi è chiaro che c'è un dibattito legittimo, ma su queste tre regole essenziali sono tutti d'accordo. Io sono per la prevenzione, penso che la battaglia non sia vinta e che bisogna essere ancora attenti e procedere con gradualità e accortezza, perché il Paese ha fatto sacrifici enormi e per piegare la curva». Quanto al caso dell'imprenditore di Vicenza, «già oggi se una persona positiva non rispetta le norme è punibile con il carcere fino a 18 mesi. Stiamo valutando come rafforzare queste misure. Ma la mia personale opinione è che» per vincere la sfida «serve la persuasione». In questo modo «abbiamo piegato la curva», ha concluso. «Il vaccino al quale stiamo anche noi contribuendo sta nella fase di sperimentazione animale e per novembre dovremmo testarlo sull'uomo». Parla così Paolo Ascierto, oncologo e ricercatore del Pascale, a Casal di Principe, dove riceverà uno dei riconoscimenti. «I tempi purtroppo sono lunghi - continua l'oncologo - perché è necessario verificare bene che sia sicuro ed efficace. Inizieremo la fase sull'uomo e i risultati si avranno non prima della prossima estate». Sui focolai, Ascierto ammette che «non bisogna abbassare la guardia; aldilà del focolaio di Mondragone, in Veneto sappiamo di una persona finita in rianimazione. Questo significa che il virus circola e manda ancora le persone in terapia intensiva». «La Direzione Nazionale Antimafia, di concerto con le Procure distrettuali, sta cercando di ricostruire esattamente quanto avvenuto nelle carceri, quali le cause e quali gli obiettivi». Così il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, ha risposto alla domanda dei cronisti sulle rivolte avvenute nelle carceri italiane durante il lockdown e sulle ultime che hanno riguardato il carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove qualche giorno fa protestarono barricandosi in un'area della struttura, i detenuti e le detenute dei reparti di Alta Sicurezza (reclusi per reati di camorra). Fonte: Il Mattino Leggi anche Ascierto in lacrime, ha ricevuto il premio Don Diana Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo