È morto, all’età di 70 anni, Philippe Daverio. Il noto personaggio «era malato di tumore ma non ne aveva parlato con nessuno». Daverio si è spento la notte scorsa all’istituto dei Tumori di Milano.
Daverio, nato a Mulhouse, in Francia il 17 ottobre 1949, da padre italiano e da madre alsaziana, era uno storico dell’arte, docente, saggista, politico e personaggio televisivo.
Ha ricoperto anche incarichi politici e amministrativi
Come assessore con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e alle Relazioni Internazionali nella giunta Formentini del Comune di Milano dal 1993 al 1997; nella giunta del Comune di Salemi come bibliotecario quando sindaco era Vittorio Sgarbi.
È stato anche consulente per la Festa di Santa Rosalia nel 2010, designato dal sindaco Leoluca Orlando (e si è dimesso subito dopo un alterco con alcuni contestatori).
Fino al 2016 ha ricoperto l’incarico di professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo.
Chi era Philippe Daverio
Dopo gli studi in collegio, dove riceve un’educazione ottocentesca, ha frequentato prima la Scuola Europea di Varese, e poi ha studiato economia e commercio, senza laurearsi (non scrive la tesi finale pur superando tutti gli esami), alla Bocconi di Milano.
Nel 1975 apre la “Galleria Philippe Daverio”
In via Monte Napoleone 6 a Milano, dove si occupa prevalentemente di movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento. Nel 1986 viene aperta a New York la “Philippe Daverio Gallery” rivolta all’arte del XX secolo.
Nel 1989 apre a Milano in corso Italia 49 una seconda galleria di arte contemporanea.
Nel 1999
E' stato inviato speciale della trasmissione Art’è su Rai 3 e nel 2000 è stato autore e conduttore di Art.tù. Dal 2002 al 2012 esce la serie Passepartout su Rai 3, programma d’arte e cultura, seguito poi da Il Capitale. Nel 2011 per Rai 5 conduce Emporio Daverio, una proposta di invito al viaggio attraverso l’Italia.
Ultimamente è stato al centro di una polemica dopo la trasmissione il Borgo dei Borghi.
Daverio proferì alcune frasi contro i siciliani e si schierò contro la scelta di assegnare il premio finale al Borgo che gli aveva dato la cittadinanza onoraria.
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