Il governo taglia il fondo per la povertà educativa. I comuni scrivono a Valditara
Assessori di grandi città italiane e comuni di tutto il Paese denunciano il taglio del Fondo nella Legge di Bilancio. Il Movimento 5 Stelle chiede risposte immediate al ministro Valditara.
Gli assessori alla scuola e all’educazione di città come Roma, Milano, Napoli, Bologna, Torino, Firenze e Bari, affiancati da numerosi altri comuni, hanno lanciato un appello urgente al governo affinché venga ripristinato il Fondo per il contrasto alla povertà educativa, recentemente eliminato nella Legge di Bilancio. In una lettera indirizzata al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, hanno espresso preoccupazione per l’impatto del taglio su migliaia di bambini e ragazzi in tutta Italia.
Un fondo fondamentale per combattere la povertà educativa
La povertà educativa rappresenta una grave forma di disuguaglianza, che impedisce ai minori di sviluppare appieno le proprie capacità e aspirazioni. Introdotto nel 2016 sotto il governo Renzi, il Fondo è stato creato per rimuovere ostacoli economici, culturali e sociali che limitano l’accesso ai processi educativi.
Grazie a questi finanziamenti, negli ultimi anni sono stati avviati progetti cruciali in tutto il Paese, come il sostegno agli orfani di femminicidio, corsi contro il bullismo e iniziative di recupero per giovani autori di reati. In totale, il Fondo ha raggiunto almeno 500.000 persone, mobilitando le risorse di scuole, enti locali e comunità in tutta Italia.
I numeri della crisi
I dati Istat citati nella lettera degli assessori delineano un quadro drammatico: il 70% dei giovani tra i 3 e i 19 anni non ha mai visitato una biblioteca, quasi il 40% non pratica sport, e molti non hanno mai avuto accesso a esperienze culturali come il teatro, il cinema o i musei. Per gli assessori, la perdita del Fondo rischia di aggravare ulteriormente questa situazione, aumentando le disuguaglianze sociali ed educative.
L’appello degli assessori
Nella lettera, gli assessori sottolineano l’urgenza di trasformare il Fondo da misura sperimentale a intervento strutturale, capace di garantire una continuità nel contrasto alla povertà educativa. «Non è sostenibile rinunciare a uno strumento che ha dato un contributo cruciale alla tenuta sociale», scrivono. Chiedono al governo di evitare misure episodiche e sensazionalistiche, puntando invece su strategie stabili e di lungo termine.
La denuncia del Movimento 5 Stelle
Anche il Movimento 5 Stelle ha preso una posizione chiara contro il taglio del Fondo. Antonio Caso, capogruppo del M5S in Commissione Cultura alla Camera, ha definito la misura essenziale per il diritto allo studio e ha chiesto risposte immediate al ministro Valditara: «Il silenzio seguito all’interrogazione parlamentare dell’8 gennaio scorso è inaccettabile. Il ministro deve venire in Commissione Cultura per spiegare questa decisione e proporre soluzioni concrete».
Una battaglia politica e sociale
Il taglio del Fondo ha acceso un dibattito politico e sociale, coinvolgendo amministrazioni locali, scuole e famiglie. Mentre le richieste di ripristino si moltiplicano, cresce la consapevolezza che la lotta contro la povertà educativa sia una priorità fondamentale per il futuro del Paese.