Filippo Turetta, le prime parole dopo l'ergastolo: «Attesa angosciante, ma ora sono sereno»
Chi incrocia il suo sguardo, oggi lo ha trovato stranamente loquace, «Quasi sollevato dalla fine del processo»

Filippo Turetta ha ricevuto la condanna all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Venezia per l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. La sentenza non ha sorpreso il giovane, che ha dichiarato di essere stato preparato alla decisione del tribunale. «Lo sapevo, ero preparato alla parola ergastolo. Sono rimasto impietrito, ma sono sereno, non mi aspettavo nulla di diverso», ha spiegato Turetta dopo il verdetto.
Turetta ha trascorso sei ore in attesa della sentenza, scortato dalla polizia penitenziaria e con accanto il suo difensore, Giovanni Caruso. Nonostante la gravità della condanna, il giovane ha affrontato l’udienza con calma, ascoltando in silenzio la lettura del verdetto da parte del giudice Stefano Manduzio. La decisione è stata accolta con poche parole, ma il ragazzo ha dichiarato di sentirsi sollevato dalla fine del processo, che lo aveva messo sotto una forte pressione mediatica e psicologica.
La nuova vita in carcere
Dopo la condanna, Turetta è stato trasferito nel carcere di Montorio, dove vive in una sezione separata destinata ai detenuti accusati di violenze di genere. Condivide la cella con altri due prigionieri e si è adattato alla routine carceraria, che include la lettura di libri, la visione della TV e incontri con psicologi. Sebbene la sua detenzione non sia facile, Turetta sembra affrontarla con una certa serenità.
Chi lo ha incontrato recentemente ha riferito che Turetta è apparso stranamente loquace, quasi sollevato dalla fine del processo. «Quasi sollevato dalla fine della gogna mediatica e dalla tensione del processo», ha spiegato una fonte. Il giovane ha manifestato il desiderio di concentrarsi sul suo percorso di riabilitazione e di non farsi influenzare ulteriormente dalle pressioni esterne.
Prospettive future
La condanna all’ergastolo non segna necessariamente la fine della sua vita in carcere. Secondo la legge, Turetta avrà la possibilità di chiedere permessi premio dopo nove anni di detenzione, se dimostrerà un comportamento esemplare. La semilibertà sarà invece possibile dopo 21 anni, ma sempre previa valutazione da parte del Tribunale di Sorveglianza.
Nonostante la durezza della sentenza, Turetta ha ancora la possibilità di dimostrare segni di risocializzazione e, in futuro, di accedere a misure alternative alla detenzione. Tuttavia, per il momento, il giovane dovrà affrontare la realtà della sua condanna e le sfide che ne derivano. La sentenza di ergastolo, dunque, segna una tappa cruciale nella sua vita, ma anche un'opportunità per riflettere e cercare di redimersi nel lungo percorso che lo attende.