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La vicenda legata al generale libico Almasri continua a far discutere, dopo che il quotidiano Avvenire ha rivelato l'esistenza di una segnalazione inviata via mail alla Corte Penale Internazionale (Cpi) da un cittadino sudanese, vittima delle sue torture. Da qui l'ipotesi che la Cpi abbia avviato un'indagine nei confronti del governo italiano per ostacolo all'amministrazione della giustizia. Tuttavia, l’esecutivo ha smentito categoricamente l’esistenza di un procedimento aperto e la stessa Corte ha chiarito che, secondo il proprio statuto, chiunque può inviare segnalazioni, che però non si trasformano automaticamente in indagini formali.

La segnalazione alla Cpi e la risposta del governo

Secondo la denuncia del cittadino sudanese, il governo italiano – in particolare la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – avrebbe abusato dei propri poteri per non consegnare Almasri alla Cpi, violando obblighi internazionali e nazionali.

La segnalazione è stata registrata dalla Cpi, e Avvenire ha mostrato un'immagine parziale di un documento che indicherebbe l’apertura di un fascicolo. Tuttavia, fonti governative italiane hanno ribadito che non esiste nessun procedimento in corso contro l'Italia.

"Non esiste ad oggi nessun procedimento aperto dalla Corte Penale Internazionale contro l'Italia. Il procuratore non ha inviato ufficialmente la denuncia né al cancelliere né ai giudici. Le comunicazioni inviate alla Cpi sono moltissime e solo quelle ritenute fondate possono originare un procedimento, che richiede mesi."

Anche il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, dopo un incontro con la presidente della Cpi Tomoko Akane, ha sottolineato l'indipendenza e imparzialità della Corte.

Nordio: "Richiesta di spiegazioni alla Corte Penale Internazionale"

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che potrebbe formalizzare nei prossimi giorni una richiesta di chiarimenti alla Cpi, mettendo in discussione le incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto di Almasri.

Nordio si è detto dispiaciuto che il generale libico non sia stato giudicato, ma ha ribadito che il rispetto delle regole giuridiche è fondamentale:

"L'idea che un torturatore debba essere punito indipendentemente dal rispetto delle regole significa delegittimare la stessa esistenza dei tribunali internazionali."

Tajani: "Forse bisogna aprire un'inchiesta sulla Cpi"

Anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha preso posizione sulla vicenda, avanzando l'ipotesi di una revisione del funzionamento della Corte Penale Internazionale:

"Forse bisogna aprire un'inchiesta sulla Corte Penale, bisogna avere chiarimenti su come si è comportata. Confermo che l'atto inviato all'Italia era nullo e condivido al cento per cento la posizione del ministro Nordio."

Secondo Tajani, il governo italiano ha agito nel rispetto delle norme, e ora è la Cpi che deve fornire risposte sui procedimenti seguiti nel caso Almasri.

Il Parlamento Europeo si occuperà del caso

Il dibattito sulla gestione del caso Almasri è destinato a estendersi a livello europeo. Il Parlamento dell'Unione ha infatti inserito in calendario per martedì 11 febbraio a Strasburgo un dibattito sulla protezione del sistema di giustizia internazionale, con particolare attenzione alla Corte Penale Internazionale e alla Corte Internazionale di Giustizia.

I gruppi di Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana hanno annunciato che porteranno il caso Almasri all’attenzione dell’Eurocamera, sollevando interrogativi sul ruolo dell'Italia e sulle modalità di collaborazione con i tribunali internazionali.

La vicenda Almasri continua a generare tensioni diplomatiche e istituzionali. Mentre il governo italiano ribadisce che non esiste alcun procedimento formale contro di esso presso la Corte Penale Internazionale, il ministro Nordio si prepara a chiedere chiarimenti sulle incongruenze del mandato d'arresto. Nel frattempo, la questione approderà all’Eurocamera, dove l’opposizione promette di sollevare il dibattito sul rispetto della giustizia internazionale. Il caso rimane aperto, e i prossimi sviluppi saranno cruciali per comprendere le reali implicazioni politiche e giuridiche di questa vicenda.

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