Erba, ragazza di 24 anni accoltellata dall'ex fuggito dai domiciliari: «Telefonò a mio padre»
La 24enne sopravvissuta all’aggressione racconta la violenza subita e l’ennesimo episodio di abusi da parte del suo ex, Said Cherrah, già arrestato per tentato omicidio
Una 24enne di Erba, in provincia di Como, è stata aggredita brutalmente dal suo ex fidanzato, Said Cherrah, di 26 anni, in un parco di Giussano, in Brianza, lo scorso 11 dicembre. La ragazza, che in questi giorni ha rilasciato un’intervista a "Chi l’ha visto?" per raccontare i terribili momenti vissuti, ha descritto la sequenza di violenze che ha dovuto subire. Cherrah, approfittando di un permesso dai domiciliari, l'ha raggiunta a Giussano, dove l'ha attesa in macchina per poi iniziare a strangolarla con un cavo USB. Un episodio che ha preceduto il terribile colpo di coltello che l'ha colpita alla schiena.
Il racconto della vittima: "Voleva uccidermi"
La ragazza ha raccontato nei dettagli la violenza che ha subito. “Mi ha detto di seguirlo al parcheggio del supermercato. Ho accettato, impaurita, e quando l’ho raggiunto, ha iniziato a strangolarmi con il cavo”, ha dichiarato. Nonostante il panico, la 24enne è riuscita a scappare e a cercare aiuto. “Sono riuscita a uscire dalla macchina e a urlare per chiedere aiuto, ma nessuno mi ha aiutata. Mi ha sbattuta sull’asfalto, picchiata per venti minuti. Mi sentivo morire”. Dopo essere stata pugnalata alla schiena, la ragazza è riuscita a togliere il coltello e a contattare i soccorsi, chiedendo disperatamente di essere aiutata.
L’indifferenza e il secondo tentativo di aiuto
Un momento straziante che la giovane ha ricordato riguarda l'indifferenza di un uomo che si trovava in auto vicino a lei durante l’aggressione. Nonostante avesse chiesto aiuto, l’uomo, che inizialmente le ha rifiutato l’aiuto, solo in seguito ha acconsentito a farla salire sulla sua macchina, portandola finalmente al sicuro. La 24enne è ora ricoverata all’ospedale San Gerardo di Monza con 21 giorni di prognosi.
La violenza del passato: l’aggressione con l’acido
Non è la prima volta che Cherrah aggredisce la sua ex. Già nel novembre del 2023, l’uomo aveva rovesciato due litri di acido sul viso della 24enne. Questo episodio è avvenuto quando la ragazza si era rifiutata di tornare con lui, portando Cherrah a un’aggressione ancora più brutale. La vittima ha raccontato di essere stata afferrata, trascinata e costretta a subire il lancio di acido sulla pelle. Il trauma subito in quell’occasione è stato gravissimo, ma la ragazza è riuscita a fuggire con l’aiuto di alcuni passanti.
I precedenti di violenza: il tormento di un anno
La relazione tra la 24enne e Said Cherrah, iniziata nel 2022, si è conclusa pochi mesi dopo, con Cherrah che ha iniziato a tormentare la ragazza con atti di stalking, pedinamenti e minacce. Nonostante le denunce, Cherrah non si è fermato, continuando a perseguitarla. Nel 2023, durante una denuncia per stalking, l’uomo si è presentato fuori dalla caserma dei carabinieri con un cric in mano, finendo per essere arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Nonostante il divieto di avvicinamento e gli arresti domiciliari, Cherrah ha continuato a violare le restrizioni, culminando nell’aggressione di dicembre.
Appello della vittima alle altre donne
Durante l'intervista, la ragazza ha lanciato un appello alle altre donne vittime di violenza. “Non rimanete in silenzio come ho fatto io. Denunciate, non aspettate che la situazione peggiori. Se avessi saputo come sarebbe finita, non avrei mai ritirato le denunce”, ha dichiarato la 24enne. Un messaggio importante che invita a non sottovalutare mai i segnali di violenza, invitando le vittime a chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.
L’ennesima tragedia causata dalla violenza domestica ha scosso la comunità di Giussano e quella di Erba. Il caso di Said Cherrah, già noto per precedenti aggressioni, solleva una riflessione sulla gravità del fenomeno dello stalking e della violenza di genere. La 24enne, sebbene ancora in grave stato, è riuscita a sopravvivere a un’aggressione che avrebbe potuto costarle la vita. Ora, con il sostegno di legali e familiari, la giovane sta cercando giustizia per le torture che ha dovuto subire, nella speranza che altri possano imparare a riconoscere i segnali di pericolo.