Manfredonia. Una tragedia senza precedenti. Di quelle che non dovrebbero mai accadere, sia per la giovane età, sia per la dinamica con cui si è consumata la triste vicenda.
"Ho dolori alle gambe". Così Jonathan Spano, 25enne di Manfredonia, in Puglia, aveva descritto il suo malessere alla compagna Rossella.
Aveva giocato una partita a calcetto, con gli amici. Un’abitudine che lo faceva star bene, che allontanava i pensieri. Poi, un’ora dopo, il dolore raggiunge la schiena.
Poi, ancora, il petto. "Chiama l’ospedale perché non ce la faccio", ripete. Una lunga attesa e la notizia che gela il sangue: "Purtroppo il tuo compagno non ce l’ha fatta".
Così Jonathan é morto per infarto a 25 anni. Non aveva patologie pregresse. Lascia la sua compagna Rossella, la piccola Evelyn e una bambina in arrivo a luglio.
"Aveva un cuore grande – racconta Rossella a Fanpage.it. -, un cuore grande che donava a tutti"- prosegue poi nel suo racconto.
La tragedia di Manfredonia
Jonathan era un pescatore. Che cosa sia successo davvero ancora nessuno lo sa e nessuno riesce davvero ad immaginarselo.
È stata aperta un’indagine per omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario a carico di ignoti.
Secondo una prima ricostruzione, Jonathan si sveglia intorno alle 6 di domenica mattina. Si veste, beve il caffè e fuma la sua solita sigaretta.
Si reca al campetto per una partita con gli amici. Negli ultimi tempi, complice la pandemia, aveva giocato poco.
"Ci voleva proprio", dirà alla compagna una volta a casa. Intorno alle 10,20 fa il suo ritorno. Si sente un po’ affaticato, ma è convinto che sia colpa del ritmo.
Fanno male le gambe. Poi, alle 11,15 il dolore si estende alla schiena e infine al petto. La corsa in ospedale e lì una lunga attesa: "Satura 100, quindi può aspettare ci hanno detto", racconta Rossella.
Le voci si confondono, Rossella assiste inerme a un via vai di infermieri e soccorritori. La situazione si complica. "Sentivamo i macchinari che lo stavano rianimando", ma Jonathan improvvisamente muore.
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