In Svizzera si da la caccia agli italiani, messaggi e cartelli assurdi in giro per il paese.
Engadina come il Far West, dove vince la legge dello sceriffo? Engadina, la valle svizzera al confine col nostro Paese, comincia la caccia all’italiano, anzi se vogliamo stringere il cerchio, ai lombardi visto che secondo loro siamo noi gli untori. Il clima poco cordiale lo aveva già avvertito una signora milanese che sul cruscotto della sua auto con targa italiana al parcheggio di Bever aveva trovato l’ ‘invitante’ messaggio: “Fuori gli italiani. Vai a casa. Ti odiamo”. Purtroppo non era un episodio isolato di xenofobia. Un gruppo che si firma S.O.S Engadina ha scritto alle autorità cantonali: “Grazie turisti, ma lasciate la valle. L’Ospedale di Samedan è piccolissimo. Non capite che aggravate la situazione…”. La notizia è stata poi ripresa dalla televisione. Intanto tutti, locals e turisti, svaligiano supermercati e farmacie. I lombardi in Engadina si sentono braccati. Si sono fatti la loro chat per passarsi informazioni utili sullo stato d’animo: “Non usate auto con targa italiana…”. Da una famiglia a Silvaplana si è presentata la Polizei e li ha inviatati a rientrare in Italia. Subito. Sono partiti all’istante. Per carità, amor di patria. Ma qui si esagera. Gli svizzeri hanno l’etica di ubbidire alle regole. E di farle ubbidire. Con tutti i mezzi. La paura del contagio mette più paura del contagio stesso. Come ricorda lo storico Tucidide: Atene fu distrutta dalla paura della peste, non dalla peste. Fonte: Il Fatto Quotidiano Blog" Leggi anche Coronavirus, la proiezione: «Contenimento entro il 6 maggio. Il picco è passato, contagi supereranno i 100mila». Seguici su Facebook 41esimoparallelo