“Approvato dall'Unità di Crisi della Regione Campania il protocollo per l'assistenza domiciliare dei pazienti Covid19. Si tratta di tutti quei casi non gravi, affetti dal Coronavirus, che possono essere curati a casa. Il medico di famiglia potrà fare le visite domiciliari e prescrivere i farmaci per la cura, come quelli a base di idrossiclorochina, ma il paziente non potrà ritirarli in farmacia. I medicinali saranno consegnati direttamente a casa dal servizio farmaceutico dell’Asl. Il paziente potrà essere seguito da un'equipe di specialisti, che si confronterà con il medico di base, per le cure appropriate”. A spiegare le novità del piano per le cure a casa dei pazienti Covid19 è Pina Tommasielli, referente della medicina territoriale dell'Unità di crisi della Regione Campania. Il piano per l'assistenza a casa dei malati Covid19 Il piano è stato approvato ieri e sarà operativo nei prossimi giorni. Ma in alcune Asl, come quella di Caserta e Avellino, è già partita la sperimentazione. Nelle prossime ore partirà anche nell'Asl Napoli 1 Centro. Il protocollo offre una cornice unitaria nella quale si potranno muovere i direttori delle 7 Asl. Inoltre, disciplina anche l'uso della piattaforma regionale per i casi di Covid19 che sarà utilizzata per seguire i pazienti a casa sia dai medici di base che dagli specialisti. “Il piano – spiega Tommasielli – darà la possibilità di seguire con percorsi specifici i pazienti (a bassa intensità di cura) che non necessitano di ospedalizzazione direttamente nelle loro abitazioni, grazie a una rete capillare di medici di famiglia, organizzati nella Aft, le Aggregazioni Funzionali Territoriali, che raccolgono circa 20 studi medici in uno stesso territorio sotto la guida di un coordinatore. Finora, l'assistenza domiciliare dei pazienti non gravi avveniva soprattutto attraverso il triage telefonico, adesso, invece, il medico di famiglia potrà andare a fare più spesso le visite a casa, prima limitate a casi urgenti. Sarà l'Asl a fornire tutti i dispositivi di protezione, dalle tute alle mascherine. Il medico potrà avvalersi dell'aiuto eventualmente delle Usca, i camper di giovani medici che girano il territorio facendo i tamponi a casa”. Come ricevere le cure a casa “Il primo passo – prosegue Tommasielli – per il medico di base, dopo aver riscontrato la positività al tampone, sarà verificare se il paziente necessita di essere ospedalizzato o se può essere curato a casa. Saranno valutate anche le caratteristiche dell'abitazione, che devono consentire l'isolamento. Quindi comincerà a seguirlo a casa, andarlo a visitare, in caso di necessità, e in questo caso l'Asl fornirà i presidi di protezione e i mezzi di trasporto idonei, oppure potrà attivare l'Usca, l'Unità Speciale di Continuità Assistenziale, ossia le unità mobili dei medici che si spostano in camper. Questi ultimi sono dotati di un sistema di telemedicina che consente di confrontarsi in tempo reale con il medico di base. Sono attrezzati anche per diverse prestazioni. Se c'è bisogno di un elettrocardiogramma, l'Asl fornisce gli strumenti per fare il tracciato a casa, e altri mezzi di diagnostica. Chi consegna i farmaci per il Coronavirus “Il medico di base – conclude Tommasielli – prescrive, se necessario, i farmaci per la cura del Coronavirus, confrontandosi con gli specialisti (radiologi, pneumologi) che potranno fare la visita domiciliare. Tutte le informazioni saranno trasmesse sulla piattaforma regionale. Il servizio farmaceutico dell’Asl consegna il farmaco a casa”. Non si potranno acquistare, insomma, i medicinali in farmacia. Fonte: Fanpage Leggi anche Coronavirus, le Regioni con meno contagi quelle che hanno firmato più ordinanze. Record Abruzzo e Campania. Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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