Scuola, cambio tutto di nuovo: in classe solo gli studenti con disabilità. Il virus sta mettendo a dura prova gli anni di lotte all'inclusione e all'integrazione.
Scuola, il virus divide gli alunni
Il virus è fuori controllo e il governo ha messo in atto nuove misure restrittive. La scuola è tornata in DAD per tutti, o quasi. Gli alunni con disabilità possono frequentare, ma le classi sono completamente vuote; eccetto per la presenza dell'insegnante di turno.
C'è molta preoccupazione, ed un'insegnante ha scritto la sua testimonianza nero su bianco:
Scuola, la testimonianza del prof
“Io come docente curricolare sono obbligata ad andare a scuola, entro in aula, mi collego al Pc per spiegare la mia lezione agli alunni che sono in casa, nel frattempo il ragazzo disabile rimane in un angolino solo, senza compagni; senza nessuno, spesso non c’è nemmeno l’insegnante di sostegno (molti in quarantena; altri malati o positivi al covid)".
"I suoi occhi sono spenti, tristi, emarginati, vorrebbe comunicare certamente -con i compagni ma rimane tutto il tempo da solo nel suo banco in attesa di qualcuno che possa sostenerlo in questo mondo così complesso".
"La mia lezione deve durare almeno 45 minuti perciò non mi è concesso distrarmi, devo interrogare online, spiegare, fare esercitazioni…tuttavia il mio pensiero va li; all’unico ragazzo escluso dalla lezione online, impossibilitato a partecipare a quella in presenza senza mediatore".
"Insomma la sua è una presenza- assenza in classe, che va in contrasto con tutti i principi della vera inclusione, del rispetto e del progetto di vita”.
Si impara tutti insieme
Il riferimento alla presenza-assenza dell’alunno con disabilità in classe, mentre i suoi compagni sono a casa, riporta alla luce una realtà verificatasi in molte scuole; soprattutto in Campania dove l’ordinanza dello scorso 20 ottobre, ribadiva la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado ma apriva a progetti finalizzati alla didattica in presenza per i bambini autistici e/o con disabilità.
Supportare gli alunni con gravi disabilità è sicuramente il fine primario che si pone ogni scuola ma questa iniziativa è stata molto discussa da esperti e docenti che l’hanno letta come un richiamo alle classi differenziali.
L’alunno con disabilità deve potersi confrontare ed interagire con i compagni di classe ma anche con tutti i suoi insegnanti e dovrebbe essere superata la forma mentis che l’alunno con disabilità è solo l’alunno dell’insegnante di sostegno; diversamente gli verrebbe negato il processo di inclusione e integrazione a cui ha diritto.
Nota del Ministero dell'istruzione
A dirimere ogni dubbio, la nota del Ministero dell’Istruzione del 5 novembre 2020 in merito alle disposizioni del nuovo DPCM nella quale si comunica che:
“In materia di inclusione scolastica per tutti i contesti ove si svolga attività in DDI il DPCM, nel richiamare il principio fondamentale della garanzia della frequenza in presenza per gli alunni con disabilità, segna nettamente la necessità che tali attività in presenza realizzino un’inclusione scolastica “effettiva” e non solo formale; volta a “mantenere una relazione educativa che realizzi effettiva inclusione scolastica”.
Ci sono poi altre situazioni contingenti per le quali la didattica continua in presenza, per cui spetta alla singola scuola trovare il giusto equilibrio tra tutte le esigenze e le possibilità che essa può offrire. (
Orizzonte scuola).
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