Nuove prove emergono contro Filippo Turetta, accusato di sequestro e omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. L'interrogatorio di garanzia dello studente di 21 anni è previsto per domani nel carcere di Verona, e il pubblico ministero Andrea Petroni potrebbe contestargli ulteriori elementi raccolti.

Il capo di imputazione rimane invariato, ma si parla di una situazione "fluida". La premeditazione potrebbe non essere direttamente contestata, ma potrebbe emergere durante l'interrogatorio in base a nuovi elementi, aumentando così la gravità delle accuse.

Turetta dovrà rispondere a domande riguardanti la presenza di 300 euro con sé, l'acquisto online del nastro adesivo utilizzato per impedire a Giulia di urlare, lo studio di possibili percorsi di fuga e l'ottenimento di sacchi neri, trovati accanto al corpo abbandonato tra le rocce vicino al lago di Barcis. Questi elementi potrebbero portare a nuove contestazioni, aggravando la sua posizione e aprendo la possibilità di dover rispondere anche di occultamento di cadavere.

Difeso dall'avvocato Giovanni Caruso, Turetta avrà tre opzioni davanti al giudice: tacere, rispondere alle domande o fare dichiarazioni spontanee sulla serata dell'11 novembre. L'avvocato potrebbe chiedere i domiciliari o una perizia psichiatrica tramite la formula dell'incidente probatorio.

Giulia Cecchettin, le nuove prove e la premeditazione

Il pm Andrea Petroni potrebbe aggravare le accuse, contestando la premeditazione e l'occultamento di cadavere. Turetta, che ha confessato il delitto in Germania, dovrà ripetere le rivelazioni davanti al giudice per confermare la loro validità.

Le indagini proseguono, con il coltello trovato nel parcheggio che sarà analizzato dal Ris di Parma. Si sta anche lavorando sulle tracce repertate sul luogo della prima aggressione. Il pm di Venezia ha richiesto il trasporto dell'auto di Turetta al Ris di Parma per ulteriori analisi sugli oggetti trovati all'interno, tra cui un guanto e un coltello. (Fonte: AdnKronos)

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