L'omicidio di Giulia Tramontano, una giovane di 29 anni originaria di Napoli e incinta al settimo mese, perpetrato dal suo compagno Alessandro Impagnatiello a Senago, nel Milanese, ha causato una devastazione in due famiglie: quella della vittima e quella del carnefice. La madre di Alessandro, in un'intervista televisiva qualche giorno fa, ha descritto suo figlio come un "mostro" per ciò che ha compiuto. Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, ha voluto far sapere a questa madre che suo figlio non è un mostro, in una lunga lettera pubblicata sul quotidiano Avvenire.

Omicidio Giulia Tramontano, la lettera di don Patriciello alla mamma di Impagnatiello

"La tragedia che ha scosso l'Italia supera se stessa. Se almeno l'assassino fosse un pazzo, saremmo al riparo da questa atrocità. Alessandro, però, non è un pazzo. Ma allora, cosa è? 'Un mostro', ha detto sua madre insieme a molti italiani. Possiamo comprendere la sua angoscia, i sensi di colpa e la sua rabbia. Ma come i genitori di Giulia, anche lei non deve essere lasciata sola", scrive don Patriciello.

"Eppure, Sabrina", continua il parroco, "tu non hai generato un mostro, hai dato alla luce un uomo. Un uomo che non è mai cresciuto, che dalla bancarella della vita, camminando sopra gli altri, ha preso tutto ciò che poteva, sia lecito che illecito. Un bugiardo incapace di controllare gli istinti, le pulsioni, le passioni. Un uomo che avrebbe avuto bisogno di essere aiutato a vivere, che avrebbe avuto bisogno di educazione non solo da parte tua, ma anche dalla società che spesso abdica da questa sua elevata missione".

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