Sanremo, Tar dichiara illegittimo l’affidamento diretto alla Rai: cosa cambia per il Festival
La decisione del Tribunale amministrativo per la Liguria segna una svolta storica nella gestione del più importante evento musicale italiano. L’edizione 2024 e 2025 resta invariata, ma dal 2026 tutto potrebbe cambiare
Il Tar per la Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai da parte del Comune di Sanremo per l’organizzazione del Festival della Canzone Italiana, imponendo una gara pubblica per le edizioni successive al 2025. La sentenza, accolta con sorpresa dal sindaco di Sanremo e dal mondo dello spettacolo, apre scenari inediti per il futuro della kermesse musicale più famosa d’Italia.
La sentenza del Tar: stop all’affidamento diretto
Con la sentenza numero 843, il Tar ha stabilito che l’affidamento diretto alla Rai per le edizioni 2024 e 2025 del Festival di Sanremo è illegittimo. Tuttavia, i giudici hanno consentito il regolare svolgimento delle edizioni già programmate, evitando interruzioni immediate.
A partire dal 2026, però, il Comune di Sanremo dovrà bandire una gara pubblica per individuare l’operatore incaricato di gestire l’evento. Una decisione che potrebbe segnare un punto di svolta nella storia del Festival, mettendo in discussione il tradizionale ruolo della Rai come organizzatore esclusivo.
Chi ha presentato il ricorso?
Il ricorso è stato presentato dall’Associazione Fonografici Italiani (AFI), presieduta da Sergio Cerruti, che è anche managing director dell’etichetta discografica JE. L’AFI ha contestato la concessione in esclusiva alla Rai del marchio “Festival della Canzone Italiana”, rivendicando la necessità di una procedura trasparente e aperta a tutti gli operatori del settore.
Il commento del sindaco di Sanremo
Alessandro Mager, sindaco di Sanremo, ha commentato la sentenza definendola "inaspettata, articolata e complessa". Ha assicurato che il Comune approfondirà il pronunciamento nei prossimi giorni con il supporto dei consulenti legali per valutare le strategie migliori da adottare per il futuro del Festival.
Cosa succede dopo il 2025?
Con l’obbligo di una gara pubblica a partire dal 2026, il destino del Festival di Sanremo potrebbe cambiare radicalmente. La Rai, che ha gestito l’evento per decenni, dovrà competere con altri operatori del settore per mantenere il ruolo di organizzatore.
Un esempio concreto delle incertezze riguarda Carlo Conti, designato dalla Rai per condurre il Festival nel 2026. Dopo aver guidato la kermesse dal 2015 al 2017, il conduttore toscano era stato scelto per un ritorno sul palco dell’Ariston. Alla luce della sentenza, però, la sua partecipazione non è più garantita.
Le reazioni nel mondo dello spettacolo
La decisione del Tar ha generato molteplici reazioni. Da un lato, c’è chi accoglie con favore l’apertura a nuovi scenari, ritenendo la gara pubblica un’opportunità per modernizzare l’evento. Dall’altro, emergono timori legati alla possibilità che la storica partnership tra Rai e Festival possa essere interrotta, con ripercussioni sull’identità stessa della manifestazione.
La sentenza del Tar segna un punto di svolta per il Festival di Sanremo, che dovrà affrontare un processo di riorganizzazione a partire dal 2026. Mentre le edizioni del 2024 e 2025 restano salve, il futuro del Festival si fa incerto, aprendo nuovi scenari per la competizione tra operatori del settore. Sarà la Rai a mantenere il suo storico ruolo, o si aprirà una nuova era per la kermesse più amata dagli italiani?