Alex Pompa
Alex Pompa

Alex Pompa, oggi 22enne, è stato assolto dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino al termine di un lungo processo che lo ha visto protagonista di una drammatica vicenda familiare. Nell’aprile del 2020, Alex uccise il padre Giuseppe con 34 coltellate per difendere la madre da un’aggressione. Un atto estremo che, secondo i giudici, è stato compiuto per legittima difesa.

Dopo un processo complesso e sofferto, il verdetto dell’appello bis ha confermato la sentenza di primo grado, chiudendo una vicenda giudiziaria che aveva suscitato grande attenzione mediatica e sociale.

Un gesto estremo per difendere la madre

Il tragico episodio si consumò il 30 aprile 2020 a Collegno, in provincia di Torino. Alex, allora appena 18enne, intervenne durante l’ennesima lite familiare tra i genitori, un conflitto che spesso degenerava in violenza fisica e verbale. In quella notte, per proteggere la madre da un’aggressione particolarmente violenta, Alex agì d’istinto, colpendo il padre con un coltello per fermarlo.

Le circostanze, seppur tragiche, portarono a un dibattito giudiziario sulla natura dell’atto, che il tribunale di primo grado riconobbe come legittima difesa.

La sentenza ribaltata e il ritorno in aula

Nel dicembre 2023, il caso subì una svolta drammatica: la Corte d’Appello ribaltò la sentenza di assoluzione, condannando Alex a sei anni e due mesi di carcere. Inoltre, l’accusa richiese che venisse indagato anche il fratello di Alex, Loris, per concorso in omicidio.

Tuttavia, nel luglio 2024, la Cassazione intervenne, accogliendo la richiesta della procura generale per un nuovo processo. Questo portò al cosiddetto processo d’appello bis, che ha infine confermato la legittima difesa, annullando la precedente condanna.

Alex Pompa oggi: un nuovo inizio

Dopo l’assoluzione, Alex ha espresso il desiderio di ricominciare. «Sono ancora frastornato – ha dichiarato –. Quando i giudici hanno letto la sentenza, ho cercato di capire cosa significasse davvero. Ora spero solo che sia finita e di poter trovare il mio posto nel mondo».

Alex, che nel frattempo ha scelto di adottare il cognome della madre, Cotoia, ha completato una laurea triennale e lavora part-time. Sulla possibilità di proseguire gli studi, ha commentato: «Vediamo, ci penso un attimo. Voglio scegliere il percorso giusto per il mio futuro».

Le parole di speranza e il legame con la madre

Dopo la sentenza, Alex ha voluto sottolineare l’importanza del sostegno della madre. «Mi abbraccerà – ha detto –. Non parliamo tanto, ma non ce n’è bisogno». Un legame indissolubile che rappresenta la forza che lo ha guidato in questi anni difficili.

La vicenda di Alex Pompa non è solo un caso giudiziario, ma una riflessione profonda sulla violenza domestica e sulle scelte estreme a cui può portare. Ora, con la conferma dell’assoluzione, Alex può finalmente guardare al futuro con maggiore serenità.

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