Ischia, morte di Marta Maria Ohryzko: il decesso per un attacco epilettico
La povera Marta potrebbe essere deceduta a causa di un attacco epilettico dopo essersi fratturata una caviglia nella caduta
Ischia è stata teatro di un tragico evento che ha scosso profondamente la comunità locale e non solo. Marta Maria Ohryzko, una donna di origini ucraine, ha perso la vita in circostanze drammatiche dopo essere stata abbandonata in un dirupo dal compagno, Ilia Batrtakov, un 41enne di nazionalità russa. Secondo le ricostruzioni, Marta potrebbe essere deceduta a causa di un attacco epilettico dopo essersi fratturata una caviglia nella caduta.
La tragica notte
La notte fatale ha visto Marta rimanere intrappolata nel dirupo senza alcun aiuto, nonostante le sue ripetute richieste di soccorso. "Non credevo che stesse così male, esasperato dall’ennesima lite, mi sono rifiutato di soccorrerla," ha dichiarato Ilia Batrtakov durante l'interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari. Il mancato soccorso si è rivelato fatale: Marta sarebbe morta soffocata a causa di una crisi epilettica.
Le dichiarazioni dei familiari di Marta hanno svelato un passato segnato da violenze e minacce. La sorella della vittima, Tetiana Lisova, ha raccontato agli inquirenti un episodio di minaccia avvenuto lo scorso febbraio: «Dovevo accompagnare mia sorella presso il Centro di salute Mentale di Ischia per una visita e mi recai alla roulotte di Ilia dove mia sorella mi stava aspettando. Giunta sul posto, bussavo alla roulotte per chiedere a Marta di vestirsi per andare, ma alla porta mi aprì Batrakov che, in modo minaccioso, mi disse di andare via».
Il padre di Marta ha confermato la situazione di maltrattamenti subiti dalla figlia. «A luglio del 2022 notai che mia figlia Marta presentava delle vistose ecchimosi a entrambe le orbite oculari. Ne parlai con lei e mi confidò di aver subito quelle lesioni a causa dei tanti pugni ricevuti da Ilia, ma di non aver mai denunciato il fatto ai carabinieri per il timore che Ilia potesse fare del male a me e a mia figlia Tetiana». Le violenze subite da Marta erano dunque note ai familiari, ma la paura di ritorsioni aveva impedito alla donna di denunciare l'accaduto alle autorità.
Il padre di Marta ha parlato con lei il giorno prima della sua morte: «Quando ho parlato con lei non mi è apparsa sofferente, né ha cercato il mio aiuto». Questo dettaglio rende ancora più tragica la vicenda, suggerendo che Marta non aveva previsto la gravità degli eventi che sarebbero seguiti.
Ilia Batrtakov è attualmente in carcere a Poggioreale con l’accusa di maltrattamenti e morte come conseguenza dei maltrattamenti. La sua versione dei fatti non ha convinto gli inquirenti, che stanno procedendo con le indagini per chiarire ogni dettaglio della tragica notte che ha portato alla morte di Marta.
Il trasferimento della salma
La sorella di Marta, Tetiana Lisova, ha chiesto al consolato ucraino di agevolare il trasferimento della salma in Ucraina, il paese natale di Marta che aveva lasciato cinque anni fa per motivi economici. La famiglia sta ora cercando di dare un ultimo saluto alla loro cara, mentre la comunità di Ischia si stringe intorno a loro in questo momento di dolore.