Sofia Bernkopf, morta a 12 anni in piscina: condannati i titolari, assolto il bagnino
Il padre della piccola, Edoardo: «Volevamo sentenza esemplare»
Sofia Bernkopf, 12 anni, perse tragicamente la vita il 17 luglio 2019, quattro giorni dopo un incidente nella piscina del bagno Texas a Marina di Pietrasanta. Quel 13 luglio, la bambina andò in arresto cardiaco, probabilmente rimanendo impigliata in una componente del sistema di ricambio dell'acqua della piscina. Il drammatico episodio ha lasciato un segno indelebile nei suoi familiari e acceso un dibattito sulla sicurezza degli impianti balneari.
La sentenza del tribunale di Lucca
Dopo anni di indagini e processo, il tribunale di Lucca ha emesso la sentenza mercoledì 11 dicembre. Sono stati condannati il fornitore e installatore della piscina a 4 anni di reclusione e il responsabile della piscina, che aveva anche il compito di supervisionare i bagnini, a 3 anni e 2 mesi.
Il bagnino in servizio al momento dell’incidente, all’epoca 21enne, è stato assolto con formula piena. La decisione è stata presa sulla base delle evidenze che hanno mostrato la sua estraneità alle carenze strutturali dell'impianto, considerate la causa primaria dell’incidente.
Il dolore e le parole del padre
Edoardo Bernkopf, padre di Sofia, ha accolto la sentenza con amarezza, sottolineando che avrebbe voluto un verdetto più severo per dare un segnale forte: «Volevamo una sentenza esemplare, ma non per vendetta. Speriamo che questo serva a sensibilizzare chi gestisce impianti balneari e i produttori di tali strutture, affinché prestino maggiore attenzione alla sicurezza. Si tratta della vita delle persone».
Risarcimento e responsabilità civile
Il tribunale ha disposto provvisionali per un totale di 840.000 euro a favore delle parti civili, da liquidare in sede di risarcimento dei danni. Questa somma rappresenta un riconoscimento parziale del dolore e della perdita subita dalla famiglia Bernkopf, ma il caso rimane un monito per l’intero settore.
Sicurezza negli impianti: una questione prioritaria
La tragedia di Sofia Bernkopf riporta al centro dell’attenzione la necessità di garantire la sicurezza negli impianti balneari. Dalle normative sulla progettazione alla manutenzione degli impianti, il caso evidenzia falle che non possono essere ignorate.
La condanna dei responsabili sottolinea l’importanza di rispettare rigorosamente gli standard di sicurezza per evitare incidenti simili in futuro. Tuttavia, il caso ha anche dimostrato che le responsabilità non ricadono unicamente su chi opera sul campo, come il bagnino, ma anche sui progettisti e i gestori delle strutture.
La vicenda di Sofia Bernkopf è una dolorosa testimonianza di quanto sia fondamentale prevenire le carenze strutturali e organizzative negli impianti pubblici. La sua storia resterà un simbolo della lotta per una maggiore sicurezza e per una giustizia che, seppur parziale, spera di salvare altre vite in futuro.