Carmine Parlato
Carmine Parlato

È un giorno di lutto profondo per Castellammare di Stabia e per l’intera area vesuviana. Carmine Parlato, 59 anni, storico operatore della funivia del Monte Faito, è una delle quattro vittime del terribile incidente avvenuto il 17 aprile 2025, quando una cabina è precipitata nel vuoto durante il servizio. Insieme a lui hanno perso la vita due turisti inglesi e una donna, mentre un cittadino israeliano di 30 anni è ancora ricoverato in condizioni critiche all’Ospedale del Mare.

Il dramma della famiglia: la moglie chiede rispetto, il figlio scopre tutto online

Elvira Arpino, moglie di Carmine, ha chiesto rispetto e silenzio nel momento più doloroso della sua vita. In lacrime, ha dichiarato ai giornalisti accorsi alla sua abitazione:
«Siamo chiusi nel nostro dolore. Mio figlio studia a Milano e ha visto sui siti la foto del padre: ha scoperto così che era morto, prima ancora che avessimo conferme ufficiali. Ora pensiamo solo a lui».

Una testimonianza straziante, che evidenzia la violenza emotiva subita da una famiglia improvvisamente privata di un marito e padre amatissimo. La salma di Carmine Parlato è attualmente sequestrata e si trova presso l’obitorio del cimitero di Castellammare di Stabia, in attesa degli accertamenti giudiziari.

Chi era Carmine Parlato: umile lavoratore, innamorato del Monte Faito

Carmine Parlato lavorava alla funivia del Monte Faito da circa otto anni, dopo aver prestato servizio presso il deposito Eav di Sorrento. Era un uomo conosciuto per la sua dedizione, la sua semplicità e la sua passione per il lavoro. Secondo chi lo conosceva bene, era solito accogliere i turisti con il sorriso e raccontare curiosità sui panorami visibili dalla cabina, trasformandosi spesso in una sorta di "cicerone volante".

Maurizio Zurolo, amico fraterno e titolare dell’Infopoint VI Continente, ricorda così Carmine:
«Un uomo umilissimo, di grande valore umano. Abbiamo ricevuto centinaia di disdette per le attività sul Faito, ma il vero disastro è la perdita di Carmine. Il cuore è spezzato».

Il cordoglio dell’Eav: «Amava il suo lavoro più di ogni altra cosa»

Il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio, ha voluto ricordare Parlato sottolineando il legame viscerale che l’uomo aveva con il proprio lavoro:
«Carmine amava la funivia, preferiva stare lì che a casa. Era una persona straordinaria. La moglie mi ha solo chiesto di stare vicino al figlio. È nostro dovere farlo».

Parlato viveva con la famiglia nella periferia di Castellammare, dove si era trasferito da Vico Equense. Lascia la moglie Elvira e un figlio di 22 anni, studente universitario.

Il turista israeliano ferito resta in condizioni critiche

Intanto, resta grave la situazione clinica dell’unico sopravvissuto all’incidente, un giovane israeliano di 30 anni, la cui compagna è morta nel crollo. Il bollettino medico dell’Ospedale del Mare riferisce che «è stabile nella sua gravità, intubato e ventilato meccanicamente in sedazione profonda».

La città si ferma: la Via Crucis partirà dalla stazione della Circumvesuviana

L'intera comunità è sconvolta. A testimonianza del dolore collettivo, l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare ha accolto l’invito dei cittadini a far partire la Via Crucis del Venerdì Santo dalla stazione della Circumvesuviana, proprio da dove partiva la funivia. Un gesto simbolico per ricordare le vittime e onorare la memoria di chi, come Carmine Parlato, aveva fatto di quel luogo la propria seconda casa.

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