Una controversia tra due importanti colossi mediatici delle due sponde dell'Atlantico sta scuotendo il mondo dell'informazione in relazione al movimento #MeToo. Il New York Times ha rivelato che il Financial Times avrebbe insabbiato una scoop investigativo "potenzialmente esplosivo" riguardante presunte molestie sessuali commesse da un giornalista di un altro prestigioso quotidiano britannico nei confronti di alcune sue colleghe.

New York Times contro il Financial Times, le ultimissime

Secondo il Nyt, la giornalista Madison Marriage aveva raccolto prove sul fatto che Nick Cohen, editorialista di sinistra del Guardian, si era dimesso a gennaio a seguito di anni di molestie sessuali e comportamenti inappropriati nei confronti di giornaliste della sua testata.

Marriage, specializzata in inchieste di questo tipo e premiata per aver denunciato comportamenti inappropriati nell'elite imprenditoriale britannica, sperava che le sue indagini potessero mettere in luce cattive condotte sessuali anche all'interno dei media britannici.

Lo scoop mai pubblicato

Tuttavia, il suo scoop non è mai stato pubblicato, nonostante due accusatrici fossero pronte a rendere pubbliche le loro testimonianze. Il Nyt ha intervistato diversi giornalisti del Financial Times, inclusi sette donne, che hanno confermato le versioni dei fatti. La direttrice del FT, Roula Khalaf, avrebbe "ucciso" l'articolo. Ha giustificato la sua decisione con il fatto che Cohen non aveva un profilo professionale abbastanza rilevante per diventare una "storia del Financial Times", secondo i colleghi.

La partenza di Cohen e la censura dell'articolo di Marriage, secondo il New York Times, offrono uno sguardo sulla complicata relazione dei media britannici con il movimento #MeToo. A differenza delle principali redazioni americane, come Fox News, CNN, NBC e lo stesso Nyt, non vi è stata una vera e propria resa dei conti nel Regno Unito. Lucy Siegle, una delle accusatrici, ha affermato che è stato un duro colpo.

Nel 2018 aveva denunciato Cohen al Guardian per averla palpeggiata in redazione, ma nulla è accaduto. Ora sembra che l'intero settore si stia proteggendo. Siegle ha osservato che "ha solo amplificato la sensazione che #MeToo sia solo un comodo hashtag per i media britannici". Ha aggiunto che "il silenzio riguardo alla propria industria è davvero evidente".

Il New York Times riporta anche due precedenti. Nel luglio 2016, il Daily Mail aveva riportato che un tribunale aveva emesso un'ordinanza restrittiva per violenza domestica nei confronti di un ex dirigente del Financial Times, Ben Hughes. L'articolo scomparve dalla rete senza spiegazioni. Nel 2019, il Sun pubblicò che un ex dirigente del Guardian, David Pemsel, aveva inviato messaggi molesti a una ex dipendente. Dopo le denunce, il giornale si scusò e cancellò l'articolo, anche se non dichiarò che fosse impreciso. Cohen si è dimesso citando "motivi di salute" a gennaio. Ma il Nyt rivela che il Guardian lo ha segretamente compensato con un accordo confidenziale per lasciare l'azienda.

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