Chiara Petrolini, il colpo alla testa di uno dei due neonati: «Forse era vivo»
La 22enne ammette di aver abbandonato i corpi dei neonati, ma l'autopsia smentisce alcune delle sue dichiarazioni. Sospetti su sei persone
Chiara Petrolini, la 22enne studentessa di Giurisprudenza, ha confessato l'uccisione dei due neonati trovati seppelliti nel giardino di una villetta a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. Tuttavia, la sua versione presenta incongruenze, e gli investigatori stanno concentrando le indagini su sei persone, tra cui due amiche della giovane, una delle quali studia ostetricia. Le autopsie hanno rivelato dettagli che smentiscono alcuni punti chiave del racconto della Petrolini.
Il neonato nato vivo
Secondo l'autopsia, uno dei due neonati, nato il 7 agosto, aveva aria nei polmoni, segno che era vivo al momento del parto. Chiara aveva dichiarato che il bambino era nato morto e per questo lo aveva seppellito da sola. Tuttavia, gli esami medici contraddicono questa versione, portando gli inquirenti a ritenere che il neonato fosse vivo e lasciato morire in un sacchetto. Questa scoperta potrebbe aggravare ulteriormente la posizione della Petrolini, che è già indagata per duplice infanticidio e occultamento di cadavere.
Il ritrovamento del secondo neonato
Il secondo neonato, partorito nel maggio 2023, era stato anch'esso seppellito nel giardino della casa. Gli inquirenti stanno indagando per capire se anche lui fosse nato vivo. I carabinieri hanno utilizzato il Luminol per individuare tracce di sangue nel bagno, e sono emersi segni di un possibile colpo alla testa del bambino. Questo segno potrebbe essere stato provocato volontariamente o, in alternativa, potrebbe essere il risultato di un urto accidentale contro una mattonella durante il seppellimento.
Sospetti sui complici
L'indagine ha portato sotto la lente degli investigatori sei persone, tra cui due amiche di Chiara Petrolini. Una delle amiche, che studia ostetricia, ha riferito di aver avuto sospetti dopo una conversazione con Chiara, ma di non aver notato alcun segno di gravidanza. Gli investigatori stanno ora verificando le affermazioni dei testimoni e valutando il possibile coinvolgimento di altre persone nella vicenda. Si ipotizza che i supporti informatici possano rivelare informazioni cruciali.
Testimoni hanno dichiarato di non aver notato segni di gravidanza sul corpo di Chiara, nonostante entrambi i bambini fossero nati alla quarantesima settimana. Durante l'estate, la giovane avrebbe indossato abiti leggeri come top e shorts, senza destare alcun sospetto. Inoltre, subito dopo il secondo parto, Chiara è partita per New York con la famiglia, affrontando un viaggio di nove ore solo 24-48 ore dopo aver dato alla luce il neonato.
Le indagini continuano, con gli inquirenti impegnati a ricostruire gli ultimi momenti di vita dei neonati e a capire se ci siano stati complici nei tragici eventi. L'autopsia sul secondo bambino dovrà stabilire se anche lui fosse nato vivo, gettando ulteriore luce su una vicenda agghiacciante che ha sconvolto l'intera comunità.