Morte Gerardina Corsano, ore di attesa per i risultati dei test: cosa ha ucciso la povera 45enne di Ariano Irpino

Ariano Irpino attende con impazienza gli esiti degli esami svolti sul corpo di Gerardina Corsano, la giovane donna di 45 anni, deceduta a causa di una sospetta intossicazione alimentare.

Gli esiti delle analisi condotte presso l'Istituto Superiore di Sanità di Roma su campioni di cibo e tessuti corporei sono attesi con trepidazione, in quanto potrebbero rivelare la chiave per comprendere le circostanze della tragica fine di Gerardina.

Al momento tuttavia, l'ipotesi botulino è stata abbondamente esclusa. Gli investigatori starebbero seguendo la pista dei pestici utilizzati nell'azienda del marito. Nulla però di certo o confermato.

Le visite in pronto soccorso, poi il dramma

La donna era stata ricoverata due volte al pronto soccorso a causa di intensi dolori addominali, ma la natura precisa del suo malessere rimane un enigma.

Al centro delle indagini si trova anche il medico dell'ospedale di Ariano Irpino che ha visitato Gerardina. La sua condotta durante l'assistenza alla paziente è sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti.

Sono stati eseguiti presso il nosocomio arianese tutti gli accertamenti necessari durante il ricovero di Gerardina. Benché non fosse emerso niente di preoccupante durante la prima visita, la donna fu dimessa poche ore dopo. Purtroppo però il 31 ottobre a causa di un arresto cardiocircolatorio, la donna è deceduta. Ora è compito della Procura di Benevento indagare e gettare luce sulla vicenda

Cosa ha causato la morte di Gerardina Corsano?

In cerca di giustizia, la famiglia della vittima ha il desiderio di conoscere ciò che ha causato il malore di Gerardina. Si è tratta di un'ingestione accidentale di cibo contaminato oppure altri fattori potrebbero aver contribuito alla sua morte? Una risposta definitiva da parte delle autorità competenti è essenziale per affrontare tutte queste domande insolute, in modo da far emergere la verità su questa tragedia e offrire chiarezza alla famiglia addolorata quanto prima. Fonte: Ottopagine

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