TOKYO. Arrivano le prime buonissime notizie: l'Italia andrà a medaglia nel taekwondo, perché Vito Dell'Aquila ha conquistato la finale nella categoria -58 kg e alle 14:45 italiane affronterà il tunisino Mohamed Khalil Jendoubi.
Comunque vada l'incontro, l'azzurro avrà al collo almeno un argento. Grande cammino per lui, con tre brillanti vittorie nelle tre sfide disputate dagli ottavi di finale in poi.
TOKYO - CHI è VITO DELL'AQUILA
Nonostante i soli 20 anni, Vito Dell'Acquila ha dimostrato un'esperienza impressionante nel corso di tutta la giornata, dal primo turno alla semifinale. Ha rischiato sempre poco e si è guadagnato l'atto finale con grandissimo merito.
Il suo battesimo olimpico a Tokyo
E' stato un netto 26-13 contro l'ungherese Omar Salim, mai davvero all'altezza dell'azzurro. Ai quarti di finale il livello si è comprensibilmente alzato con il thailandese Ramnarong Sawekwiharee, comunque battuto di 20 punti, 37-17.
Nella semifinale contro l'argentino Lucas Lautaro Guzman la posta in palio era altissima - uno dei due gradini più alti del podio -, ma Dell'Aquila non si è fatto problemi e ha dominato il sudamericano fisicamente e mentalmente fino al 29-10 finale. Ora la finale, a caccia del primo oro della spedizione italiana in Giappone.
Il cammino del giovane italiano
Inizia a praticare il taekwondo a 8 anni, grazie al papà che amava le arti marziali, ancora di più i film di Bruce Lee e vedeva Vito troppo timido.
A quell’età era venuto il momento di fare sport e farlo per conoscere e avvicinarsi agli altri. Cosa che Vito inizia a fare con tutto se stesso.
A Mesagne c'era la palestra di Roberto Baglivo, il maestro di un certo Carlo Molfetta, anche lui di Mesagne e campione olimpico della categoria 80kg a Londra 2012. Con questi riferimenti a indicargli la strada, Vito cresce subito e nel 2014 vince i Campionati italiani e poi i Mondiali cadetti, dimostrando di essere un talento clamoroso. (Tgcom24/Fanpage)
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