Ercolano, la madre e il padre del 18enne morto: "Datemi una pistola, mi voglio sparare”
Le strazianti parole disperate di un genitore davanti alla morte del figlio e di altre due giovani donne nell’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio
Ercolano (Napoli) è stata teatro di una tragedia che ha strappato via tre giovani vite, lasciando dietro di sé dolore e domande irrisolte. L’esplosione, avvenuta in via Patacca 94, ha coinvolto un appartamento trasformato abusivamente in deposito e fabbrica di fuochi d’artificio. Tra le vittime, un 18enne di origine albanese e due giovani sorelle residenti nell’hinterland napoletano. Le tre vittime stavano lavorando nell’immobile, dove le attività erano iniziate pochi giorni prima, in preparazione delle festività natalizie.
Il dolore del padre: "Mi voglio sparare"
Il padre del 18enne, presente sul luogo della tragedia insieme alla madre del ragazzo e al suo altro figlio, non riesce a contenere il dolore. Le sue parole strazianti rivolte alle forze dell’ordine sono un grido di disperazione: "Datemi una pistola, mi voglio sparare". La madre, tra le lacrime, implora di sapere dove si trovi il corpo del figlio, chiedendo con angoscia: "Dove sta mio figlio? Sta là?". La famiglia è distrutta da una perdita tanto improvvisa quanto ingiusta, mentre si cerca di fare chiarezza sulle cause dell’esplosione.
Le indagini: una fabbrica abusiva nel cuore della città
Secondo i primi accertamenti condotti dai carabinieri, l’esplosione si è verificata in un appartamento rialzato utilizzato come deposito e laboratorio per la fabbricazione illegale di fuochi d’artificio. L’immobile, privo di qualsiasi autorizzazione, rappresentava un rischio enorme per chi ci lavorava e per l’intera zona circostante. Nonostante le prime ipotesi di dispersi, i militari hanno confermato che non ci sono altre persone sotto le macerie. Le vittime, ancora difficili da identificare a causa delle condizioni dei corpi, sono i soli coinvolti nell’incidente.
La dinamica ancora da chiarire
Le indagini proseguono per determinare l’esatta dinamica dell’incidente e identificare il responsabile dell’utilizzo dell’immobile. La fabbrica era attiva solo da pochi giorni, un dettaglio che sottolinea l’urgenza con cui l’attività era stata avviata, ignorando le norme di sicurezza. I cani molecolari sono stati impiegati per escludere la presenza di altre vittime, mentre gli inquirenti continuano a cercare prove per risalire ai gestori del laboratorio.
Il dolore di una comunità e la richiesta di giustizia
La tragedia ha colpito non solo le famiglie delle vittime, ma anche l’intera comunità di Ercolano e delle zone limitrofe. L’esplosione è un promemoria doloroso dei pericoli legati alle attività illegali e alla mancanza di sicurezza sul lavoro. Il grido di dolore del padre del 18enne e della madre delle due giovani sorelle è un richiamo urgente alla necessità di interventi per prevenire tragedie simili. "Dei ragazzi non possono morire così", aveva dichiarato il sindaco di Ercolano, Ciro Bonajuto, in un commento sulla tragedia.
Un tragico bilancio umano
L’esplosione di via Patacca ha lasciato dietro di sé non solo le macerie di un edificio, ma soprattutto il vuoto nelle vite delle famiglie colpite. Un padre distrutto, una madre inconsolabile e una comunità in lutto si trovano ora a chiedere giustizia per i loro cari. Le indagini continuano per individuare i responsabili e comprendere come sia stato possibile che un’attività così pericolosa fosse portata avanti senza alcun controllo. In attesa di risposte, ciò che rimane è un dolore che non potrà mai essere sanato.