Cosa si può fare? E dove?
Domande che non sembrano fuori luogo in questi giorni di transizione dalla fase uno di gestione dell’emergenza coronovirus, alla fase due. Mentre infatti il Governo, dopo una trattativa non facile con le parti sociali e gli enti locali, ha messo nero su bianco un nuovo Dpcm nel quale ha delineato la fase due nella gestione dell’emergenza coronavirus, a partire dal 4 maggio, alcune regioni hanno deciso di anticiparlo e di portarsi avanti con le aperture. Una vera e propria fuga in avanti, con in prima fila il fronte del Nord.
Il braccio di ferro
Tra Governo e Regioni sui tempi delle aperture aumenta la confusione dei cittadini, che si chiedono dove è possibile acquistare un piatto d’asporto, o raggiungere già da ora la seconda casa, o farsi una nuotata al mare. Incertezza che può tradursi in manifestazioni di malcontento e insofferenza crescente. E forse non è un caso che, con poco preavviso, Conte nelle ultime ore abbia scelto di recarsi nel cuore della crisi Covid-19: la Lombardia governata da quell’Attilio Fontana con cui i rapporti sono stati perlomeno altalenanti.
Lo strappo del Veneto: si possono raggiungere le seconde case
Rimane il fatto che le Regioni del Nord si smarcano dalle scelte dell’esecutivo. Il caso più emblematico è quello del Veneto: prima la Regione guidata dal leghista Luca Zaia ha deciso di far ripartire subito la vendita di cibo e bevande per asporto, senza aspettare il 4 maggio come prevede invece il provvedimento dell’esecutivo (la stessa scelta è stata fatta da Abruzzo, Marche, Toscana e Liguria). «Stiamo portando avanti un’idea per la rapertura dei ristoranti», ha poi spiegato Zaia (nel piano dell’esecutivo dovrebbero aprire il 1 giugno). Poi, con una nuova ordinanza, ha deciso di consentire lo spostamento individuale nella Regione per raggiungere le seconde case di proprietà o le barche ormeggiate fuori del Comune di residenza per manutenzione e riparazioni.
Piemonte, no take away e seconde case
I take away di cibo resteranno chiusi anche dopo il 4 maggio in Piemonte e non saranno consentiti gli spostamenti verso le secondo case all’interno della regione. «I medici e gli scienziati - ha spiegato il governatore Alberto Cirio - ci dicono che è necessario in questo momento mantenere una linea di rigore. Una linea che confermiamo e che va di pari passo con la consapevolezza che il Piemonte ha bisogno di ripartire e di un nuovo equilibrio».
Lombardia, al lavoro per consentire celebrazione messe
Se il Veneto anticipa, la Lombardia , anch’essa a trazione leghista, non è da meno. Il governatore Attilio Fontana ha firmato un’ordinanza con nuove direttive per l’apertura dei mercati scoperti che si applicheranno da domani, 29 aprile. E sta pensando di autorizzare le messe, superando in questo modo il governo su un dossier molto delicato, sul quale l’esecutivo nelle ultime ore si è scontrato con l’episcopato italiano.
Del resto sul punto il governo stesso è al lavoro su un protocollo sulla sicurezza per garantire la salute di tutti i fedeli. Sono infatti previste a breve, in settimana, delle modifiche al Dpcm, che terranno conto delle indicazioni della Cei. Tra le ipotesi circolate, quella sulle messe feriali liberalizzate in virtù dello scarso afflusso di fedeli, e regole più stringenti, ma comunque riapertura anche se con tutte le restrizioni, per quelle domenicali a partire dal 10 maggio. Resta il fatto che ad oggi non è possibile celebrare messe, né in Lombardia né sull’intero terrtorio nazionale. Dal 4 maggio, ha deciso il Governo, scatterà il via libera ai funerali, ma con la sola presenza dei familiari del defunto, per un massimo di 15 persone.
Trentino: consentito fare shopping sul tragitto da casa al lavoro
Dal 27 aprile in Trentino genitori con figli minori, così come anziani e disabili con i loro accompagnatori, possono passeggiare nelle vicinanze della propria abitazione. Lo ha previsto una nuova ordinanza del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti (Lega). È anche possibile coltivare orti e terreni anche fuori dal proprio Comune di residenza, ma solo una persona alla volta. Si può fare acquisti nei negozi sul tragitto da casa al lavoro, anche fuori dal proprio Comune di residenza, e usare le piste ciclabili per andare e tornare dal lavoro.
Il provvedimento
Consente anche l’accesso ai negozi florovivaistici, nel proprio Comune o in quello più vicino, con l’obbligo di indossare la mascherina. Il dispositivo dovrà essere indossato anche per l’accesso ai mercati (sono aperti solo quelli alimentari ma senza bancarelle che preparano cibo pronto al consumo), e anche negli uffici pubblici e nei luoghi pubblici. Da, domani, mercoledì 29, è prevista un’altra piccola novità: l’acquisto ed il ritiro di cibo da asporto, con prenotazione telefonica. Il cibo ordinato, però, andrà consumato nella propria abitazione dopo averlo prelevato indossando la mascherina.
Scatta ordinanza, diportisti Trieste tutti in barca
Dopo quasi due mesi chiusi in casa, ai triestini non è sembrato vero uscire e spingersi fino alla barchetta ormeggiata lungo le Rive per prepararla in vista dell’estate. Certo, non si può andare per mare - è consentito per ora solo un giro di prova - ma intanto gli scalpitanti cittadini possono almeno annusare l’aria di mare, grazie alle minori limitazioni imposte dall’ordinanza del Governatore Fedriga, che ha autorizzato la manutenzione delle barche da diporto e delle darsene.
In Emilia Romagna i bagni in mare restano vietati
Accanto alle situazioni in cui le Regioni vanno ad anticipare il governo sulle riaperture, ci sono quelle in cui le regioni, in una curiosa inversione delle parti, frenano sulle aperture del governo. È il caso ad esempio della possibilità di fare il bagno al mare. Nelle “faq” sul decreto “#iorestoacasa” pubblicate sul sito del governo, l’esecutivo ha chiarito che chi abita al mare può fare il bagno, se non è vietato da ordinanze locali, e che questa possibilità è vigente dall’inizio della fase 1.
Poco tempo dopo la pubblicazione di questo chiarimento, l’assessore al Turismo dell’Emilia Romagna ha sottolineato che non è consentito fare bagni in mare, né passeggiate. Le regole in vigore nella Regione, ha spiegato, «non consentono di allontanarsi dalle immediate vicinanze della propria abitazione se non per comprovati e validi motivi e non è prevista la possibilità di accedere all’arenile. Naturalmente - ha concluso Corsini - dal 4 maggio qualcosa cambierà, per quanto riguarda le più stringenti misure di prevenzione per ostacolare la diffusione del Covid-19, ma fino ad allora in Emilia-Romagna valgono le norme che attualmente sono in vigore».
Anche in Sardegna occorre aspettare il 4 maggio
Una situazione sostanzialmente analoga si è verificata in Sardegna. Nonostante l’indicazione dell’esecutivo, nell’isola fino al 3 maggio si applica l’ordinanza regionale numero 19 del 3 aprile, che proibisce di andare nelle spiagge. Sarà possibile farlo dal 4 maggio, anche per chi non abita vicino alla riva. Per andare a farsi una nuotata dunque sarà consentito anche spostarsi lontano dalla propria abitazione.
Fase 2: Toti, Governo lasci decidere Regioni loro via
«Insieme ad altri governatori del Paese abbiamo intenzione di chiedere al Governo che nell’applicare le norme per la fase 2, il Governo lasci alle Regioni la facoltà di decidere una propria via alla riapertura», ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti. «Il Governo dovrà darci linee guida e noi dovremo occuparci anche dei bambini, ragionare con i sindaci su asili nido e campi estivi, perché le persone tornino a lavorare con i figli al sicuro».
Presidente Umbria: Dpcm imbavaglia le Regioni
La presidente della regione Umbria Donatella Tesei ha parlato di «un Dpcm, quello presentato dal Governo, che oltre a contenere misure discutibili, ha alcune evidenti mancanze e soprattutto imbavaglia le Regioni che possono adottare solamente ordinanze restrittive ma non estensive. Non si possono, cioè, allargare le maglie - ha aggiunto - , nemmeno tenendo conto della situazione del contagio nel proprio territorio».(IlSole24Ore)
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