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Tragedia a Civitavecchia, dove l’ennesimo femminicidio si è consumato nella notte. Celeste Palmieri, una donna di 56 anni, è stata uccisa dall’ex marito nonostante il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico che avrebbe dovuto proteggerla. Il corpo senza vita della donna è stato ritrovato intorno alle 2.30 di ieri in un edificio presso il parcheggio della stazione ferroviaria.

L’aggressione e il ritrovamento del corpo

Il femminicidio è avvenuto in un luogo isolato, vicino alla stazione ferroviaria di Civitavecchia. La polizia ha rinvenuto il corpo di Celeste Palmieri, vittima di un’aggressione brutale, con segni evidenti di soffocamento e lesioni riconducibili a un violento attacco. Le forze dell’ordine sono giunte sul posto dopo la segnalazione di un passante che ha notato la scena inquietante.

Le indagini della polizia si sono subito concentrate sull’ex marito della vittima, già noto per episodi di stalking e violenza domestica. L’uomo era stato sottoposto a un divieto di avvicinamento e all’obbligo di indossare un braccialetto elettronico proprio per proteggere Celeste, che lo aveva denunciato in passato. Tuttavia, nonostante questa misura di sicurezza, l’aggressore è riuscito a raggiungere la donna e a portare a termine l’omicidio.

Un elemento sconvolgente in questo drammatico caso è il malfunzionamento del braccialetto elettronico. Secondo le prime ricostruzioni, l’allarme non è scattato al momento dell’avvicinamento dell’uomo, impedendo alle autorità di intervenire tempestivamente. Questo grave difetto ha permesso al carnefice di agire indisturbato, scatenando un’ondata di indignazione sui social e nella comunità locale, che si interroga sull’efficacia di tali misure di protezione.

Autopsia conferma la causa della morte

L’autopsia eseguita sul corpo di Celeste Palmieri ha confermato che la donna è stata soffocata. Le lesioni riscontrate sul cadavere indicano che è stata vittima di un’aggressione violenta. Questi dettagli hanno rafforzato l’accusa contro l’ex marito, ora in stato di fermo, che dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato.

Celeste Palmieri viveva da tempo sotto la minaccia del suo ex compagno, con cui aveva avuto una relazione caratterizzata da abusi e violenze. Dopo l’ennesimo episodio, la donna aveva trovato il coraggio di denunciarlo, e il tribunale aveva imposto il divieto di avvicinamento e l’uso del braccialetto elettronico. Tuttavia, come purtroppo accade troppo spesso, queste misure non sono state sufficienti a salvarle la vita.

La notizia del femminicidio ha sconvolto la comunità di Civitavecchia, che si è stretta attorno alla famiglia di Celeste Palmieri. Le associazioni contro la violenza di genere hanno espresso rabbia e dolore per questa ennesima tragedia, chiedendo riforme urgenti per migliorare i sistemi di protezione delle donne vittime di violenza.

Questo caso mette nuovamente in luce le lacune del sistema di protezione per le donne vittime di violenza domestica. Nonostante il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento, Celeste Palmieri non è stata protetta. Le associazioni e i cittadini chiedono ora misure più efficaci e interventi più tempestivi per evitare che simili tragedie possano ripetersi.

La morte di Celeste Palmieri rappresenta l’ennesimo drammatico esempio di femminicidio in Italia. Una vita spezzata nonostante le misure di protezione previste dalla legge. Questo ennesimo episodio di violenza riaccende il dibattito sulla necessità di un cambiamento profondo nelle politiche di prevenzione e protezione delle donne.

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