Guerra Sudan, Tajani: "In salvo gli italiani che volevano lasciare il Paese". Meloni: "L'Italia non lascia indietro nessuno"
In Sudan, nonostante una tregua concordata tra le parti, i combattimenti continuano e la situazione è in continuo mutamento. Tuttavia, i 140 italiani presenti nel paese sono stati messi in salvo grazie alle operazioni di evacuazione condotte dalle Forze Armate italiane. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha elogiato la professionalità delle forze militari e il loro impegno per garantire la sicurezza dei connazionali. Anche la premier Giorgia Meloni ha espresso la sua gratitudine nei confronti dei militari e degli organi di governo coinvolti nell'operazione di evacuazione.
Guerra Sudan, in salvo i 140 italiani
"Dopo una giornata di trepidante attesa, tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L'Italia non lascia nessuno indietro". Lo scrive la premier Giorgia Meloni in una dichiarazione.
"Voglio ringraziare - aggiunge il premier Giorgia Meloni nella dichiarazione - tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione così difficile, in piena zona di combattimento, il mio plauso va al ministro degli Esteri Antonio Tajani e all'Unità di crisi della Farnesina, al ministro della Difesa Guido Crosetto, al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, al comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al nostro ambasciatore in Sudan, Michele Tommasi, ai Servizi di Sicurezza.
Voglio rinnovare anche in questa occasione il mio appello alla fine della guerra, all'apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile, il Sudan ha bisogno di pace".
Anche altri paesi, come gli USA, la Francia e la Germania, hanno avviato operazioni di evacuazione per i propri cittadini presenti in Sudan. Tuttavia, la situazione rimane critica. I combattimenti hanno causato centinaia di morti e migliaia di feriti, e molti sopravvissuti devono affrontare la carenza di cibo ed elettricità. Inoltre, l'organizzazione NetBlocks ha segnalato un quasi totale collasso della connettività internet nel paese.
La crisi in Sudan sta avendo conseguenze per la situazione dei rifugiati. L'Unhcr ha reso noto che circa 20.000 persone sono fuggite dal paese negli ultimi giorni, mettendo a dura prova i servizi e le risorse pubbliche dei paesi vicini. Le Ong Mediterranea e Sos Mediterranée hanno lanciato l'allarme, avvertendo che la crisi potrebbe spingere ulteriori persone a cercare rifugio altrove, aumentando le partenze di migranti.
L'Alto Rappresentante per la Politica Estera dell'Unione Europea, Josep Borrell, ha chiesto ai leader delle fazioni in contrasto di fermare immediatamente i combattimenti e di proteggere i civili. Il Papa ha anche fatto appello alla fine della violenza e ha invitato tutti a pregare per i fratelli e le sorelle sudanesi. Tuttavia, la situazione resta critica e incerta. La comunità internazionale deve continuare a monitorare gli eventi e ad agire per proteggere i civili e promuovere la pace.
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