ALESSANDRO IMPAGNATIELLO TEORIA BRUZZONE. Secondo l'esperta criminologa Roberta Bruzzone, non ci sarebbero complici nell'omicidio di Giulia Tramontano commesso da Alessandro Impagnatiello.

Gli inquirenti stanno ancora indagando su come il barman sia riuscito a spostare il corpo di Giulia senza essere notato. L'occultamento del cadavere è solo uno dei numerosi aspetti che devono ancora essere chiariti, poiché Impagnatiello continua a fornire versioni incoerenti e deliranti riguardo a quanto accaduto la sera del 27 maggio.

Il vero obiettivo di Alessandro Impagnatiello secondo Roberta Bruzzone

Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, il vero obiettivo di Alessandro Impagnatiello non era Giulia Tramontano, ma il bambino che la donna portava in grembo. La personalità narcisistica e manipolatrice del killer avrebbe reso improbabile la condivisione di un segreto così terribile con altri complici. Bruzzone crede che Impagnatiello non abbia avuto aiuto né abbia chiesto aiuto a qualcuno.

ALESSANDRO IMPAGNATIELLO TEORIA BRUZZONE - La visione della giudice Angela Minerva

La giudice Angela Minerva del tribunale di Milano sostiene che il vero obiettivo di Alessandro Impagnatiello non fosse Giulia, ma il bambino che la donna aspettava. Questo avrebbe rappresentato un ostacolo per Impagnatiello sotto il profilo economico e nella prospettiva di una vita separata da Giulia. Il killer sembra non aver provato alcun pentimento verso il figlio, poiché lo considerava un ostacolo e ha cercato di allontanarlo anche simbolicamente.

L'assenza di legame emotivo con il bambino

Alessandro Impagnatiello non ha mostrato alcun sentimento nei confronti del suo stesso figlio, considerandolo un corpo estraneo. Ha persino cercato di convincere un'altra ragazza che il bambino non fosse suo, arrivando a falsificare un test del DNA. Questo atteggiamento dimostra la mancanza di un legame emotivo con il bambino e il fatto che rappresentasse un ostacolo per Impagnatiello, compromettendo la qualità di vita che lui desiderava per sé stesso.

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