Lutto nel giornalismo: è morto Arrigo Levi, aveva 94 anni. Nato a Modena nel 1926, fu costretto all'esilio con la famiglia nel 1942 a causa delle leggi razziali contro gli ebrei.
Il giornalista e scrittore è morto a Modena, dov'era nato.
Voce eminente del giornalismo italiano, era stato direttore de La Stampa e consigliere di ben due presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano.
Nel 1942, a causa delle leggi razziali contro gli ebrei, fu costretto all'esilio in Argentina. A Buenos Aires iniziò la carriera giornalistica che lo portò ad essere corrispondente da Mosca prima per il Corriere della Sera e poi per Il Giorno.
Dopo essere stato anche giornalista della Rai, rientrò nei ranghi della carta stampata, sempre come inviato e poi appunto nel ruolo apicale di direttore a La Stampa di Torino.
«I cinque anni e mezzo trascorsi a Torino sono stati i più intensi della mia carriera», disse durante una lectio magistralis al ricevimento del Premio Casalegno.
«Anni duri e drammatici, segnati dal terrorismo e dalla morte di amici carissimi» disse ancora in quell’occasione.
Gli incarichi più importanti di Arrigo Levi
Nel 1960 si è trasferito a Mosca. Qui, fino al 1962, è stato corrispondente del Corriere della Sera e poi, fino al 1966, è stato corrispondente de Il Giorno.
Nel 1966 è passato alla Rai, dove ha condotto il telegiornale fino al 1968.
È tornato alla carta stampata nel 1969, come inviato del quotidiano torinese La Stampa, incarico che ha ricoperto fino al 1973, quando è diventato direttore dello stesso giornale e del quotidiano del pomeriggio Stampa sera. È rimasto a Torino fino al 1978.
Dal 1979 al 1983 ha collaborato con il Times, curando la rubrica di problemi internazionali. Nel 1988 è diventato capo editorialista del Corriere della sera e dal 1998 al 15 maggio 2013 è stato consigliere per le relazioni esterne del Quirinale, prima con Carlo Azeglio Ciampi e poi con Giorgio Napolitano.
La televisione
Oltre al telegiornale, al quale si è dedicato nella metà degli anni sessanta, Levi ha legato il suo nome a molte trasmissioni televisive, in gran parte realizzate per la Rai. Tra queste: Tam Tam (1981), Punto sette e Punto sette, una vita.
In seguito ha lavorato per Canale 5, guidando il programma Tivù Tivù con Angelo Campanella (dal 1987 al 1988). In seguito è ritornato in Rai, con le trasmissioni I giorni dell'infanzia (1993), Emozioni Tv (1995) e Gli archivi del Cremlino (1997), della quale è stato anche autore. Nel 1999, su Raiuno, ha condotto C'era una volta la Russia.
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