Borrelli denuncia i commenti razzisti sui social: eruzione del Vesuvio con l’IA
Insulti e fotomontaggi contro i napoletani colpiti dalla crisi bradisismica

Negli ultimi giorni, i social network sono stati invasi da commenti offensivi e razzisti rivolti ai napoletani, già alle prese con la crisi bradisismica dei Campi Flegrei. L'episodio che ha fatto più discutere è la diffusione di un'immagine generata probabilmente con l'intelligenza artificiale, che ritrae il Vesuvio in eruzione con giocatori del Napoli in fuga terrorizzati. Questa rappresentazione ha scatenato una serie di reazioni indignate, mettendo in luce un preoccupante fenomeno di discriminazione e odio.
L’immagine del Vesuvio e i commenti discriminatori
L’immagine in questione è stata condivisa da alcune pagine social di tifosi interisti, diventando rapidamente virale. Nella rappresentazione, il Vesuvio è raffigurato in piena eruzione, mentre i calciatori del Napoli vengono mostrati in fuga, visibilmente impauriti. Questa trovata di cattivo gusto ha alimentato un’ondata di commenti offensivi, molti dei quali mirati a denigrare l’intera popolazione napoletana.
Tra i commenti più gravi, si leggono affermazioni come “Napoli è il terzo mondo” e preoccupazioni ironiche per una presunta “nuova emigrazione al Nord”. Alcuni utenti hanno addirittura auspicato che la catastrofe sia solo all’inizio, mentre altri hanno scritto frasi come “manca poco” per vedere il Vesuvio eruttare realmente. Non sono mancati neppure riferimenti a presunte soluzioni drastiche, come la costruzione di recinzioni per impedire ai napoletani di fuggire in caso di emergenza.
La reazione di Francesco Emilio Borrelli
A denunciare questo fenomeno è stato il deputato di Alleanza Verdi – Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, da giorni impegnato sul campo per supportare le famiglie più colpite dalla crisi bradisismica. Borrelli ha dichiarato con fermezza:
“Siamo di fronte a un fenomeno vergognoso e inaccettabile. Mentre tantissime persone si stanno mobilitando per aiutare le famiglie colpite dalla crisi bradisismica, c’è chi invece utilizza i social per diffondere odio e discriminazione. I tifosi interisti, con quella foto pubblicata sui social, oltre al loro razzismo hanno dimostrato anche tutta la loro ignoranza, perché questa crisi bradisismica non c’entra niente con il Vesuvio.”
Il deputato ha annunciato che segnalerà alle autorità competenti ogni commento di questo tipo affinché vengano adottati provvedimenti adeguati, ribadendo che l’istigazione all’odio non può trovare spazio nella società civile.
La crisi bradisismica e la disinformazione sui social
Uno degli aspetti più preoccupanti di questa vicenda è la disinformazione diffusa sui social media. La crisi bradisismica che sta colpendo i Campi Flegrei non ha alcun collegamento diretto con il Vesuvio, ma l’uso improprio dell’intelligenza artificiale ha contribuito a diffondere falsità e alimentare tensioni sociali. In un contesto già delicato, la circolazione di immagini ingannevoli può avere effetti devastanti, specialmente per chi vive con il timore di un possibile evento sismico.
Solidarietà ai napoletani e contrasto all’odio online
Nonostante l’ondata di odio, molte persone hanno espresso la loro solidarietà alla popolazione napoletana, condannando l’uso strumentale della tecnologia per veicolare messaggi discriminatori. La diffusione di contenuti razzisti sui social è un problema che necessita di un intervento immediato, non solo da parte delle autorità, ma anche delle piattaforme che ospitano questi messaggi.
Il caso solleva interrogativi più ampi sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione e nella manipolazione delle informazioni. È fondamentale promuovere un utilizzo etico delle nuove tecnologie e garantire che non diventino strumenti di odio e divisione.
L’episodio dell’immagine AI del Vesuvio in eruzione è solo l’ennesimo caso di razzismo online che colpisce Napoli e il Sud Italia. Mentre la popolazione affronta una crisi reale, c’è chi sfrutta il momento per diffondere odio e disinformazione. La denuncia di Francesco Emilio Borrelli rappresenta un primo passo verso un contrasto più efficace di questi fenomeni, ma è necessario un impegno collettivo per fermare la cultura dell’odio sui social e proteggere chi si trova in difficoltà.